01-08-2020 ore 18:25 | Politica - Crema
di Gloria Giavaldi

Arci san Bernardino. Il dibattito sul dramma delle Rsa: 'Ripensare sistema sanitario'

Raccontare il dramma delle Rsa (non solo di Crema), fare memoria delle vittime e proporre soluzioni concrete perché questa tragedia non si ripeta. Sul palco del circolo Arci di san Bernardino, ieri sera, venerdì 31 luglio, durante l'incontro dal titolo “ È andata male, ora come andrà?” si sono alternate storie, emozioni contrastanti e desiderio di risposte concrete. “Di verità e giustizia, perché gli anziani deceduti non vengano dimenticati”. Lo ripete più e più volte, Antonio Macrì, dell'omonimo comitato cittadino. Il suo pensiero corre alle 130 vittime registrate nelle strutture della Fondazione benefattori cremaschi. Con lui durante la serata, Alessandro Azzoni, presidente dell'associazione Felicita, Luciano Bergamaschi, consigliere provinciale Acli, Monica Vangi, segreteria regionale Cgil ed i consiglieri regionali Matteo Piloni e Marco Degli Angeli.

 

Il comitato cremasco

Esponente di spicco del comitato, Macrì spiega: “All'interno delle strutture vi sono stati grandi problemi di gestione, i pazienti non sono stati adeguatamente isolati. È stato un vero dramma: in un reparto con 14 degenti, se ne sono salvati solo due”. I parenti chiedono risposte. Per questo hanno scelto di unire la loro voce: “Verità e giustizia ha incontrato il sindaco ed i capigruppo e ha riscontrato un'assenza della politica cremasca”. Gli intenti del gruppo sono chiari: “Chiediamo al Comune l'istituzione di un garante delle persone anziane che verifichi la situazione all'interno delle Rsa, degli istituti di riabilitazione e delle realtà di assistenza domiciliare”.

 

Fare memoria

La richiesta di verità è unanime. “L'associazione Felicita – spiega il presidente Azzoni – nasce all'esito di una presa di consapevolezza: ho capito di non essere il solo ad aver vissuto il dramma della perdita di un caro ed ho deciso di mettermi a disposizione per la difesa dei diritti dei pazienti nelle Rsa”. Per una tragedia che non conosce confini: “Ad oggi l'associazione rappresenta oltre 30 comitati. Racchiude storie indegne di un paese che si definisce civile. Si pone l'obiettivo di fare memoria di una generazione sparita nelle Rsa ma che merita di continuare a vivere nella nostra società”. Per questo online si sta costituendo il 'muro della memoria', un luogo “per il momento virtuale, denso di storie, racconti, scritti che  onorino i nostri anziani”. Tra i baluardi di Felicita anche la tutela legale e la necessità di un mutamento culturale.“ Ciò che è accaduto affonda le sue radici in un problema sistemico, anzi culturale: fragilità e vecchiaia vengono emarginate, vanno nascoste alla vista, chi non è produttivo è considerato di serie b. La vita umana oggi ha un valore diverso: gli anziani sono considerati scarti. È necessario cambiare la cultura della vecchiaia”.

 

Solidarietà e assistenza familiare

Per Luciano Bergamaschi hanno giocato un ruolo importante la solidarietà e l'assistenza familiare, nonostante le grandi difficoltà. “ Oltre che dell'Acli, faccio parte delle antenne di quartiere, un progetto creato da 'Fare legami' e promosso dal Comune di Crema che cerca di mappare i bisogni delle zone della città e di fornire il proprio supporto. Nel corso della pandemia abbiamo dato sostegno con mezzi tecnologici. Abbiamo cercato di esserci per gli anziani”. Di essere accanto in una situazione complessa sotto tutti i punti di vista: “Nel periodo di febbraio all'Acli sono stati chiusi 50 contratti di assistenza familiare, l'80% dei quali per decessi”. Ma non solo, perché “alcune lavoratrici sono state considerate causa di contagio, altre private della possibilità di attuare assistenza altrove”.

 

Rivedere modelli organizzativi”

Secondo Monica Vangi, “la pandemia ha reso evidente l'inadeguatezza del sistema sanitario che non garantisce un'offerta unitaria alla popolazione”. Dai sindacati le richieste sono chiare: “A livello regionale, dopo la fase di protesta davanti a palazzo Lombardia, in cui abbiamo dato voce agli anziani, ai parenti e ai lavoratori, abbiamo presentato in Regione un documento in cui chiediamo importanti interventi sui modelli organizzativi delle Rsa. Serve che queste strutture si aprano alla comunità, bisogna intensificare servizi domiciliari e sperimentali, come la rsa aperta”. Anche il sistema di accreditamento richiede una modifica:“I minuti di assistenza previsti sono inadeguati per la complessità dell'utenza, è necessario un incremento della quota sanitaria”.

 

Responsabilità politiche

Sulla stessa linea d'onda anche Matteo Piloni (Pd) e Marco Degli Angeli (M5s): “ Ci sono responsabilità politiche importanti, continuare a parlarne è necessario per costruire una consapevolezza” spiega Piloni. “In questo periodo sono state compiute scelte a mio avviso sbagliate”. “Vere e proprie delibere vampiro” gli fa eco Degli Angeli riferendosi alla decisione di aprire le Rsa a pazienti negativizzati. Entrambi concordano sulla necessità di potenziare il sistema di medicina territoriale, di cui in piena pandemia si è sentita la mancanza.

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