01-05-2023 ore 12:25 | Politica - Crema
di Giovanni Colombi

Crema celebra il primo maggio, festa del lavoro: ‘pilastro portante della repubblica italiana’

Stamattina in piazza Marconi e in piazza Duomo, con una nutrita partecipazione degli amministratori del territorio e dei referenti sindacali, si è tenuta la cerimonia di celebrazione del primo maggio, festa dei lavoratori. Gli interventi sono stati accompagnati dalla banda filarmonica Castelleonese: il presidente Anmil, Mario Calzi, ha ricordato l’importanza della sicurezza e della formazione, perché gli infortuni e soprattutto le morti sul lavoro continuano ad essere troppe: 1090 nel 2022, oltre 1200 nel 2021. Il segretario Cisl, Ivan Zaffanelli, il presidente del comitato di promozione dei principi della Costituzione, Gabriele Cavallini, il sindaco di Pianengo e consigliere della provincia di Cremona, Roberto Barbaglio e il sindaco di Crema, Fabio Bergamaschi hanno ricordato che “il primo maggio è la Festa della Repubblica fondata sul lavoro, un momento in cui la comunità nazionale ritorna alla radice stessa del proprio fondamento sociale”.

 

Pilastro della Repubblica

Il lavoro, ha aggiunto Bergamaschi, “è pilastro portante, principale dell’architettura repubblicana”. Il lavoro “è strumento di perseguimento della realizzazione personale e della crescita sociale ed economica del Paese, in un paradigma di sviluppo tracciato dai costituenti nel quale dalla prosperità dell’uno dipende quella di tutti; in cui il diritto all’autodeterminazione lavorativa del singolo va coniugato all’utilità sociale; nel quale la valorizzazione dei talenti, delle propensioni e degli interessi personali viene posta a fattor comune nella proficua interazione sociale, che conduce al progresso di un’intera comunità”.

 

Ascensore sociale

“In un Paese in cui troppo spesso i diritti vengono più predicati che praticati, nonché ormai afono in merito ai doveri, concetto scomparso dal dibattito pubblico, mi chiedo se il pensiero del legislatore costituente non sia stato tradito alla prova dei fatti”. Per il sindaco di Crema è evidente che “l’ascensore sociale è bloccato e la ricchezza è diventata un fattore dinastico”. L’Italia è l’unico Paese Ocse “in cui in cui i salari negli ultimi 30 anni si sono ridotti (ad un ritmo dello 0,1% annuo, fino al 2,9%), a fronte di un’inflazione oggi galoppante. Un Paese in cui si sono raggiunti i più alti tassi di precarietà della storia della Repubblica. Un Paese nel quale troppi cervelli, dopo il compimento di un percorso formativo di qualità, trovano solo all’estero adeguate opportunità. Un Paese, da ultimo (e non per ordine di importanza), in cui gli infortuni sul lavoro e le morti sono un dolore troppo grande”.

 

Protocolli d’intesa

“In questo quadro, dovremmo avere l’ossessione del lavoro. Noi, insieme – istituzioni, corpi intermedi, cittadini – siamo la Repubblica e dobbiamo sentirci responsabili dei doveri costituzionali che questa ha assunto. Anche nei territori. Anche a Crema, un luogo in cui gli indicatori socio-economici continuano ad evidenziare una condizione di benessere diffuso, ponendoci ai vertici della Provincia di Cremona, ma nel quale sono comunque presenti fragilità da sostenere ed opportunità di sviluppo da consolidare o ancora da perseguire”. In chiusura Bergamaschi ha citato “i protocolli d’intesa siglati dall’amministrazione comunale con i sindacati confederali, volti a valorizzare piattaforme di confronto permanenti quale strumento per la miglior definizione di politiche pubbliche locali di qualità negli ambiti del welfare, del lavoro, dei servizi, degli investimenti, con particolare riguardo alla transizione ecologica ed ambientale che ci vede congiuntamente impegnati”. Crema e la provincia di Cremona stanno puntando con forza “sugli Its e l’alta formazione professionalizzante, quale elemento di garanzia di occupabilità, di lavoro sano e sicuro, per la popolazione giovanile nelle filiere territoriali e non solo. Un impegno, peraltro, che si tradurrà nei prossimi mesi anche con la rigenerazione di un immobile emblematico per la storia dell’impresa e del lavoro a Crema, quale quello dell’ex Olivetti”.

 

L’Italia che lavora

“Le leve per riavvicinarci al modello costituzionale del Lavoro ci sono. Così come vi sono tanti esempi, anche a noi vicini, di buona impresa, di eccellenze produttive, di inclusione lavorativa, di benessere redistribuito sul territorio e coesione sociale. L’Italia del Lavoro sa essere grande anche nelle difficoltà. E allora buon primo maggio a chi ci crede, a chi suda, a chi intraprende, a chi si adopera. “Viva l’Italia, l’Italia che lavora”.

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