30-10-2023 ore 13:02 | Economia - Associazioni
di Ilaria Bosi

Federchimica. Buzzella presidente nazionale: ecco gli obiettivi del prossimo quadriennio

L’assemblea di Federchimica, riunita oggi al teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano, ha eletto all’unanimità Francesco Buzzella alla presidenza della Federazione nazionale dell’Industria chimica per il quadriennio 2023-2027. Buzzella, 55 anni, laureato in Economia e Commercio, è comproprietario e componente il consiglio di amministrazione di Coim, multinazionale fondata nel 1962, conta 20 siti in quattro continenti, di cui 10 produttivi. Nel 2022 ha fatturato 1,4 miliardi di euro con un totale di 1.250 addetti di oltre 25 nazionalità.

 

Green Oleo
Buzzella è anche contitolare e amministratore delegato di Green Oleo – società quotata al mercato azionario EGM (Euronext Growth Milan) - con un fatturato di 80 milioni di euro e 75 dipendenti. Dal 2017 al 2021 è stato presidente dell’Associazione degli industriali della Provincia di Cremona; dal 2021 è presidente di Confindustria Lombardia; in Federchimica è componente del consiglio di presidenza dal 2017; è anche componente del consiglio generale di Confindustria.


Tecnologia e sostenibilità

“La chimica – ha commentato Buzzella - è presente nel 95% di tutti i manufatti di uso comune e contribuisce ad alimentare la competitività del made in Italy e di tutta l’industria. La nostra capacità di innovazione e le nostre ottime performance ambientali di processo e di prodotto ci rendono un veicolo di tecnologia e sostenibilità per tutti i settori a valle. Siamo il settore più impattato dal Green Deal in termini normativi. Rischiamo di perdere vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti extra-europei per adeguarci a un impianto regolatorio concepito, temo, con tempi e modalità che lo renderanno inattuabile o, peggio, nocivo per lo sviluppo nostro e delle future generazioni. Gli obiettivi ambientali Ue sono certamente virtuosi ma non potranno avere incidenza significativa sull’inquinamento globale, non potendo certo compensare la crescita delle emissioni dei Paesi in via di sviluppo”.
 

Obiettivi
La transizione ambientale sarà impossibile da realizzare senza una chimica europea forte che fornisca innovazioni tecnologiche per sostituire progressivamente le fonti fossili, al momento ancora necessarie, ridurre le emissioni, cambiare il mix energetico. “Occorre accompagnare questo delicato e importante passaggio con risorse e strumenti di sostegno, che rimettano al centro dell’agenda europea l’industria e la sua competitività”, sostiene Buzzella. La chimica utilizza oltre il 30 per cento dei consumi fossili in Italia, di cui il 60 per cento serve come materia prima per la chimica di base: “dovrà essere sostenibile socialmente ed economicamente, pena il nostro progressivo impoverimento. Prezzi dell’energia troppo alti costringeranno molte delle nostre aziende a produrre fuori dall’Europa, una concorrenza “sleale” verso le aziende europee e anche tra i Paesi europei stessi”.

 

Energy crunch
“L’attuale energy crunch è figlio di scarsi investimenti, che ci hanno reso dipendenti dai Paesi esteri; è necessario estrarre tutto il gas disponibile in Europa e in Italia, dove l’estrazione si è ridotta a un decimo rispetto agli anni ’90. Riformare il mercato elettrico nazionale armonizzandolo con altri mercati, dove il meccanismo di definizione dei prezzi rifletta più direttamente le tecnologie e i costi di produzione; semplificare gli iter autorizzativi delle fonti rinnovabili, per poterle sfruttare e incrementare al massimo,anche nella consapevolezza che sono ancora insufficienti per il fabbisogno energetico; valorizzare i rifiuti come materie prime da fonti rinnovabili con il paradigma dell’economia circolare, per ridurre le emissioni e la dipendenza dalle importazioni di materie prime”.

 

Blocchi burocratici
“Le istituzioni devono aiutarci a rimuovere i blocchi burocratici, semplificando le norme e rendendo più efficienti le procedure autorizzative: un passaggio indispensabile per creare nuovi impianti al servizio della transizione ecologica sostenendo adeguatamente le sfide della trasformazione, con sempre maggiore sostenibilità dei processi e dei prodotti. La politica non tiene in adeguato conto il rischio della bassa crescita, che avrà invece conseguenze molto negative, anche in termini sociali, riducendo la tolleranza, l’equità e la mobilità sociale”.

 

Lavoro qualificato
Alle imprese servono non solo bonus “col fiato corto”, ma politiche industriali serie e durevoli che ridiano fiducia sul futuro in particolare ai giovani ai quali, secondo Buzzella: “dobbiamo poter garantire maggiori opportunità di lavoro qualificato. “Mancano le figure professionali con competenze in ambito Stem, indispensabili per le imprese e per la crescita di un Paese che vuole realizzare trasformazioni tecnologiche che, come Industria 5.0, transizione digitale ed energetica e intelligenza artificiale, necessitano di scienziati e di tecnici. Periti chimici e laureati in discipline chimiche sono il motore delle nostre imprese e sono molto ricercati; basti pensare che, a tre anni dalla laurea, lavora il 96 per cento dei chimici, il 97 per cento degli ingegneri chimici e l’83% dei diplomati Its trova un impiego il giorno del diploma”.
 

Settore imprescindibile
“A pochi mesi dalle elezioni Ue voglio ricordare che la chimica è il terzo settore industriale europeo, con una storia di innovazione e scoperte che risalgono a secoli fa. L’Europa è stata il luogo in cui sono nate molte delle principali scoperte e invenzioni che hanno plasmato l'Industria chimica moderna: il supporto della nostra Industria è imprescindibile per il raggiungimento degli obiettivi della Commissione europea. Perché in Europa come ovunque, vivere senza chimica è impossibile”.

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