29-08-2023 ore 17:00 | Economia - Sindacati
di Felice Lopopolo

Luciano Noce: ‘socialista, l’uomo dell’unità e dell’ascolto, sempre al servizio dei lavoratori’

“Dopo che con Massimiliano ed Angelo ho concordato di intervenire in occasione dei funerali di Luciano mi sono chiesto il senso delle parole che vado a pronunciare. Ma dopo un momento di smarrimento mi sono dato una risposta rassicurante ripensando a quanto pronunciato da Papa Francesco sul valore dell’esistere, là dove sottolinea che ‘la vita non è tempo che passa, ma tempo di incontri’ e quindi di tutte le occasioni che hai e che ti dai di legami con il prossimo e, per quanto mi riguarda, di legami anche con Luciano”.

 

La Camera del lavoro

Le nostre esistenze si sono incrociate all’inizio degli anni ‘70, lui segretario dei metalmeccanici dopo il rodaggio come attivista sindacale in Pan Electric, io come giovane insegnante delegato Cgil nella mia scuola. Nel ‘77 Luciano diventa segretario della Camera del lavoro, con l’uscita di Cecco Taverna. Nello stesso anno parte la mia esperienza lavorativa in Cgil e per 13 anni facciamo parte della stessa squadra fino al 1990 quando si dimette per andare in pensione, in occasione della inaugurazione della nuova sede della Camera del lavoro di via Carlo Urbino, ed io lo sostituisco. Un momento di grande emozione quel 25 Aprile nella sala che abbiamo dedicato a Sandro Pertini con, sullo sfondo, un significativo murales opera del fratello Angelo, con la partecipazione di tanti ex dirigenti, di tanti attivisti sindacali e con la autorevole presenza del numero due della Cgil nazionale Ottaviano Del Turco che, ad un certo punto, estrae dalla tasca il distintivo dell’Inter consegnatogli da Moratti e glielo mette all’occhiello della giacca”.

 

L’uomo dell’unità

“Abbiamo quindi trascorso assieme 18 anni di stretta collaborazione durante i quali ho incontrato un dirigente sindacale che ha sempre avuto come asse centrale l’impegno per l’unità. Di formazione socialista è stato uomo dell’unità della Cgil anche nel tempo difficile della disdetta alla scala mobile, dell’unità con Cisl e Uil, dell’unità delle forze progressiste, dell’unità tra i lavoratori. Uomo capace di ascoltare anche chi la pensava diversamente da lui, anche chi si poneva in maniera radicale contro il sistema, anche chi incontrava come controparte in occasione di una trattativa sindacale. E saper ascoltare è sempre un gesto scomodo e faticoso”.

 

Al servizio dei lavoratori

“E quando lavori in squadra per l’unità e noi assieme abbiamo cercato di farlo, dai senso alla affermazione di essere lì al servizio dei lavoratori, dei loro diritti, delle loro dignità di persone. momenti di difficoltà e tensioni Tra momenti di tensioni interne e momenti di gioiosa convivenza è cresciuta la confidenza reciproca, è cresciuta l’amicizia che mi porto ancora appresso. E Luciano era capace di promuovere anche momenti gioiosi: come un inverno, dopo una nevicata quando ci ha invitati a fare a pallate di neve nella piazzetta della vecchia Camera del lavoro. È questa la magia dell'amicizia che metti a tracolla come borraccia, anche dopo il distacco”.

 

Presente e futuro dei giovani

“Dopo il ‘90 l’appuntamento e l’incontro è stato il primo maggio, davanti al monumento dei caduti del lavoro, l’Anmil di cui è stato stato per anni collaboratore. Abbiamo avuto alcune occasioni per rivederci anche negli ultimi anni. Luciano ogni volta più affaticato, ma sempre con un sorriso dolce e disarmante. Lunghe chiacchierate non solo sul passato comune, ma anche sul presente, sempre più complesso. Perché quando scegli di impegnarti con passione per gli altri non vivi tanto di nostalgia del passato perché sei allenato a guardare il presente e a preoccuparti per il futuro dei giovani. Abbraccio tutta la famiglia di cui mi ha sempre parlato con tanto affetto, sicuro che si è sempre impegnato anche qui per la sua unità. Abbraccio Angela che in questi ultimi anni ha avuto cura di Luciano con costante attenzione e disponibilità”.

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