"Da un lato la pubblica opinione richiede alla zootecnia allevamenti sempre più sostenibili con particolare riferimento al benessere animale, dall’altro, in Lombardia stiamo vivendo due importanti criticità epidemiologiche: la blue tongue e la peste suina africana. Quest’ultima, con 46 focolai sul territorio nazionale, di cui 30 in regione, sta determinando perdite stimate in 30 milioni di euro al mese in un comparto da 20 miliardi di euro, di cui 2,1 legati all’export, che riguardano produzioni Dop di assoluta eccellenza. Abbiamo voluto organizzare il convegno di chiusura del progetto Bioalert, per concentrarci sugli strumenti normativi ed applicativi della biosicurezza, necessari per prevenire il diffondersi delle patologie o comunque limitarne la diffusione”. Con queste parole, Ettore Prandini, presidente dell’Istituto italiano sperimentale Lazzaro Spallanzani di Rivolta d’Adda ha sintetizzato i temi affrontati durante il convegno Benessere e biosicurezza per un allevamento sostenibile.
I relatori del convegno
“Allo stesso tempo vengono approfonditi altri elementi cardine della sostenibilità quali il ruolo dell’utilizzo prudente del farmaco e il benessere animale, soprattutto per i risvolti applicativi per l’allevatore”, ha proseguito Prandini: “l’istituto Spallanzani continua ad avere un ruolo strategico a livello regionale e nazionale anche grazie alla sua capacità di diffondere il sapere tecnico utile per la quotidianità dell’allevamento e l’evento di oggi ne è una conferma". Tra i relatori presenti Marina Montedoro, direttore dell’istituto Lazzaro Spallanzani; Andrea Galli, direttore scientifico dell’Istituto; Giovanni Filippini, direttore generale della sanità animale presso il Ministero della salute; Claudia Nassuato, direttore della salute animale dell’Ats di Brescia; Giorgio Varisco, direttore generale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna; Antonio Vitali, già direttore del dipartimento di medicina veterinaria dell’Ats di Brescia; Fabio Abeni del centro di ricerca del Crea zootecnia ed acquacoltura di Lodi e Gian Enrico Grugni, presidente dell’Aral Lombardia.
Il progetto Bioalert
Tra il 2022 e il 2024 l’Istituto Spallanzani, in collaborazione con il Distretto agricolo bassa bergamasca, ha messo in campo azioni informativo dimostrative rivolte ai settori di cui la Lombardia è leader nazionale, vale a dire l’allevamento bovino, suinicolo e avicolo. Attraverso l’implementazione dei contenuti relativi alla biosicurezza e al benessere, il progetto si è mosso su due direttive: da un lato l’organizzazione di 11 incontri informativi che hanno coinvolto quasi 350 allevatori lombardi con il trasferimento delle conoscenze di base e altamente specifiche finalizzate al miglioramento delle potenzialità aziendali in termini di gestione ottimale dell’allevamento, dall’altro la visita a quattro aziende pilota lombarde per dimostrare come l’innovazione tecnologica sia capace di traghettare la zootecnia moderna in una nuova era, nella quale la valutazione e il monitoraggio continuo permettono la riduzione dell’uso di farmaci, l’aumento della sostenibilità ambientale e del benessere nonché della biosicurezza come capisaldi per una maggiore reddittività e sostenibilità dei prodotti zootecnici. La progettualità è stata sviluppata in modo tale che gli allevatori potessero, attraverso lezioni teoriche ed esperienze sul campo, raggiungere la necessaria consapevolezza su quanto è a loro disposizione e su come poter sfruttare le soluzioni esistenti in base alle singole esigenze.
L’operato dell’Istituto Spallanzani
“La Lombardia è la regione con il maggiore patrimonio bovino e suinicolo in Italia, con più di un milione e mezzo di capi bovini e più di quattro milioni e mezzo di capi suini. In questa realtà, l’Istituto Spallanzani opera da ottant’anni per diffondere la fecondazione artificiale animale e ampliare la propria specializzazione ed offerta di servizi nei settori della genetica, dell’acquacoltura e della valorizzazione dei reflui e degli scarti agro-zootecnici tramite l’estrazione di molecole d’interesse per l’industria”, ha spiegato Marina Montedoro, direttore dell’Istituto. “Lo Spallanzani, oltre ad eseguire il controllo ufficiale del seme su mandato del Ministero, opera nel settore delle produzioni animali il cui imperativo è oggi la sostenibilità declinata, non solo, a livello economico, ma anche, a livello etico sociale ed ambientale, con particolare riguardo al benessere, al contrasto all’antimicrobico e alla riduzione delle emissioni di gas climalterante. Il progetto Bioalert, rappresenta la risposta formativa dell’Istituto in un momento di forte complessità sia sociale, con la richiesta di una sempre maggiore sostenibilità della zootecnia, che epidemiologica”.