22-07-2024 ore 21:10 | Economia - Area omogenea cremasca
di Giovanni Colombi

Area omogenea, gettate le basi per il Distretto del cibo cremasco: dalla società al convegno

Nei giorni scorsi si è tenuta una riunione della giunta dell’Area omogenea cremasca che ha visto all’ordine del giorno la verifica relativa al progetto del Distretto del cibo di Cremasco. L’idea, lanciata circa un anno fa, ha già incominciato a camminare e a prendere forma. All’incontro, oltre al presidente Gianni Rossoni e i membri della giunta Piergiacomo Bonaventi, Roberto Moreni e Antonio Grassi, ha visto la partecipazione dei consiglieri regionali cremaschi Matteo Piloni e Riccardo Vitari e dell’agronomo Emanuele Cabini.

 

Costituzione di una società

L’operazione porterà la firma della stessa Area omogenea, che chiederà l’accreditamento alla Regione. Tra le azioni che verranno intraprese, la principale sarà la costituzione di una società. Adempimento da completare entro 60 giorni dall’accreditamento: sono necessari almeno 20 soci, rappresentanti di aziende agricole. Nel contempo dovrà essere redatto un protocollo d’intesa e uno statuto. Per aderire è prevista una quota d’iscrizione, ipotizzata in circa 200 euro. Consorzio.it, braccio operativo dell’Area Omogenea, svolgerà il compito di gestore del distretto. “Un’operazione questa del Distretto del cibo – commenta il presidente Rossoni – che qualifica il nostro territorio. Un valore aggiunto che dimostra come la scelta dei comuni cremaschi di unirsi per lavorare insieme e uniti e intraprendere strategie comuni e sinergiche sia vincente”.

 

Convegno a Pandino

Venerdì 13 settembre, presso il castello di Pandino, si terrà un convegno sull’argomento, durante il quale verrà illustrata la proposta cremasca. Sono previsti alcuni interventi che racconteranno di esperienze già in atto. Tra gli invitati Alessandro Beduschi, assessore regionale all’Agricoltura. “Si è scelto il 13 settembre – spiega il sindaco Bonaventi – perché è la giornata inaugurale della terza edizione della Festa del fieno e dei prati stabili del Pandinasco. Vorrei sottolineare che questa non è una semplice proposta, ma una concreta candidatura di quello che potrebbe diventare il distretto del cibo più grande della Lombardia. Questi mesi sono stati utili per raccogliere una serie di dati sulle aziende agroalimentari del cremasco, azione necessarie e irrinunciabili per sviluppare un distretto in grado di rispondere in modo incisivo sui temi della sostenibilità e della salute del cibo”.

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