18-09-2024 ore 00:00 | Economia - Aziende
di Elena De Maestri

Zipoli è campione con il suo miele 'nomade' nonostante un'annata difficile per l'apicoltura

Sergio Zipoli, apicoltore di Romanengo, si conferma il campione del miele biologico. Il suo medagliere si è nei giorni scorsi arricchito di nuovi, importanti risultati. Sul podio dei concorsi nazionali ed internazionali dedicati alla qualità del miele sono saliti vari mieli di Zipoli, dal miele di rododendro a quello di lampone, dall’erica arborea al millefiori di alta montagna, e poi robinia, melata, castagno. Gli ultimi piazzamenti giungono dalle recenti edizioni del concorso Roberto Franci, che si tiene a Montalcino, e del concorso grandi mieli d’Italia, che si tiene a Castel San Pietro Terme, con la partecipazione di centinaia di apicoltori, e migliaia di campioni di mieli da tutte le regioni d’Italia.

 

Gusti particolari

Nel concorso Roberto Franci, l’apicoltore di Romanengo ha visto premiati i mieli di rododendro (che ha ottenuto due calici, risultando secondo nella categoria), lampone (due calici e terzo nella categoria), erica arborea (due calici) e millefiori di alta montagna (un calice). Mentre a Castel San Pietro Terme sono saliti sul podio i mieli di robinia e melata (entrambi premiati con due gocce d’oro) e rododendro e castagno (una goccia d’oro ciascuno). Soddisfatto il produttore cremasco: “sono contento di aver ricevuto questi riconoscimenti, che confermano la qualità del mio miele e premiano tutto l’impegno di tanti anni. Purtroppo questa è stata un’annata particolarmente difficile per l’apicoltura, segnata da una forte riduzione del prodotto ottenuto. Le continue piogge nei mesi di aprile e maggio hanno compromesso le fioriture e il lavoro delle api, così l’annata è partita nel peggiore dei modi. Per noi apicoltori questo davvero è stato un anno disastroso”.

 

Apicoltura nomade

I risultati ottenuti, legati alla qualità del miele biologico di Zipoli, hanno dunque quest’anno un valore in più. Sono frutto di un’apicoltura nomade, che vede il cacciatore di fioriture di Romanengo spostare le api dalla Liguria alla Toscana, dall’Emilia Romagna all’alta montagna (in particolare sulle Alpi, nel parco dell’Adamello). “Nonostante l’annata sia stata la peggiore dei miei quarant’anni d’apicoltore, con un drastico calo della produzione dovuta alla situazione meteo, aver ottenuto miele di grande qualità, riconosciuta e premiata, è per me motivo di grande orgoglio. La ricerca di posti nuovi, sempre migliori, mi consente di ottenere mieli di qualità. La nostra apicoltura è frutto di grande impegno, della volontà di crescere e migliorarsi, di anno in anno”.

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