Cgil Cremona, attraverso le parole del segretario generale Elena Curci e della delegata al welfare Maria Teresa Perin commentano la presa di posizione della maggioranza regionale che “impedirebbe lo svolgimento del referendum sulla sanità’. Le due esponenti sindacali parlano di “ennesima ingiustizia perpetrata dalla maggioranza di governo di Regione Lombardia sulla sanità. È per noi evidente la volontà di regione Lombardia di mantenere un sistema sanitario nel quale per curarsi bene e per tempo si è troppo spesso costretti a pagare, creando di fatto disuguaglianze economiche inaccettabili e lontane dallo spirito egualitario della Costituzione Italiana”.
Referendum abrogativo
“L’obiettivo del comitato promotore, tra cui la Cgil - proseguono - era quello, di consultare i cittadini lombardi per abrogare i passaggi della Legge regionale sulla sanità che introducono l’equivalenza e la parità tra la sanità privata e pubblica attraverso la messa a disposizione degli elettori lombardi di un referendum, strumento di democrazia diretta, per iniziare un percorso di rafforzamento della sanità pubblica, unica strada per noi utile garantire sia un accesso ugualitario alla cura, sia un ruolo efficace alla prevenzione. La maggioranza di governo lombardo martedì 12 settembre si è però rifiutata di sottoporre al voto dei cittadini le scelte attraverso le quali ogni giorno viene ulteriormente smantellato il servizio sanitario regionale: ci pare del tutto evidente la volontà di questa maggioranza di voler dare spazio agli interessi delle aziende private sanitarie”.
Sanità accessibile a tutti
“Abbiamo sempre sostenuto e continueremo a sostenere l’idea di una sanità pubblica accessibile a tutti, invece in questi quarant'anni abbiamo assistito alla sostanziale demolizione dei servizi socio-sanitari territoriali spostando quindi il tema della salute da questione pubblica a soluzione individuale e per chi può permetterselo. È inaccettabile pensare che il nostro Paese sia al sedicesimo posto in Europa per spesa sanitaria pro-capite, ma a fronte di ciò abbiamo un governo nazionale che ha deciso per un ulteriore definanziamento della spesa sanitaria: così, lo ribadiamo, sono a rischio la tenuta del sistema e la salute degli italiani”.
‘Aumento di spesa’
“Noi chiediamo con forza, a partire dalla prossima legge di bilancio, l’aumento di spesa per almeno cinque miliardi l’anno per i prossimi dieci anni per il potenziamento dei necessari servizi di prevenzione, ospedalieri e territoriali, al fine di garantire a tutte e tutti il diritto alla salute e frenare il processo di privatizzazione del sistema sanitario nazionale. È indispensabile ridurre gli estenuanti tempi di attesa che talvolta portano alla rinuncia alle cure ed alla prevenzione e allo stesso tempo è necessario investire seriamente, non solo a parole, sul personale sanitario. Anche per questi motivi il prossimo 7 ottobre la Cgil e oltre un centinaio di associazioni, saranno in piazza a Roma”.