13-09-2024 ore 20:28 | Economia - Pandino
di Denise Nosotti

Summit alla festa del fieno: col distretto del cibo nascerà la food policy del cremasco

Atmosfera autunnale e ambientazioni rurali hanno fatto da cornice al convegno sul distretto del cibo che ha aperto la terza edizione della festa del fieno e dei prati stabili di Pandino. Il convegno, promosso in collaborazione con l’area omogenea cremasca ha registrato una buona partecipazione di pubblico. Il comune di Crema era rappresentato dal sindaco Fabio Bergamaschi e dagli assessori Cinzia Fontana e Franco Bordo, i vertici di Consorzio it e i sindaci Federico Marchesi (Castelleone), Stefano Samarati (Agnadello) e Walter Raimondi (Pieranica). Prima di entrare nel vivo del convegno, il sindaco di Pandino Piergiacomo Bonaventi ha tagliato il nastro inaugurale. Poi il via ai lavori moderati dal presidente di Slow food Lombardia Claudio Rambelli.

 

Opportunità per il territorio

Bonaventi ha portato i saluti auspicando la “collaborazione di tutti per rendere operativo il progetto del distretto del cibo”. Il presidente di area omogenea Gianni Rossoni ha aggiunto: “è il primo momento ufficiale di un percorso iniziato tempo fa proprio qui a Pandino. È un’opportunità per il territorio, sia per il mondo produttivo agricolo che aziendale. All’inizio avevamo pensato a due opzioni: aggregarci al distretto della bassa bergamasca oppure rimanere autonomi. Sulla spinta dei consiglieri regionali Riccardo Vitari e Matteo Piloni abbiamo deciso di accogliere la sfida e procedere da soli. Affrontare il tema come area omogenea significa proiettare il territorio nel futuro”. Il presidente della provincia di Cremona Paolo Mirko Signoroni ha ricordato: “Pandino fa parte del parco sovracomunale del fiume Tormo con nove comuni e tre province Bergamo, Cremona e Lodi. È una sfida complessa. Bisogna anche tenere presente che esiste la Strada del Gusto cremonese. Quindi il distretto del cibo deve abbracciare questa realtà”.

 

‘Aiuto ai produttori’

“Inoltre, quando ci si incontra e si tratta di distretto del cibo, sarebbe opportuno inserire anche un rappresentante della provincia perché si parla di un sistema agro alimentare tecnico - politico”. Il consigliere Vitari  ha ricordato: “regione Lombardia ha approvato la legge sui distretti. Quello del cibo può essere anche un’opportunità per dare risposte a quelle aziende che, per diverse ragioni, tra cui economiche, non riescono a partecipare alle fiere”. Il consigliere Piloni ha aggiunto: “per arrivare in fondo serve partecipazione. La politica sta creando le condizioni per creare qualcosa di positivo”. l’assessore regionale Alessandro Beduschi, in video messaggio, ha chiuso gli interventi istituzionali. “Il mondo va verso l’apprezzamento del bello e del buono. Il distretto del cibo cremasco può andare in questa direzione anche in vista del prossimo appuntamento con le olimpiadi”

 

I dati del cremasco

A Emanuele Cabini presidente dottori agronomi e forestali della provincia di Cremona, il compito di introdurre la parte più tecnica, dando alcuni dati relativi ad agricoltura e allevamento del territorio cremasco. “Il distretto del cibo coincide con l’area omogenea cremasca. Facendo riferimento al codice Ateco 01, nei 48 comuni del territorio, ci sono 2124 aziende agricole attive. La superficie agricola cremasca coltivata utile è pari a un terzo di tutto il panorama provinciale (32,2 per cento). Il 28 per cento corrisponde ai seminativi per alimentare la zootecnia. Le prime tre colture cremasche sono: mais, erbai ed erba medica. Questo crea valore aggiunto a carne e latte. L’allevamento dei bovini è pari al 52 per cento ed è legato alle filiere di qualità e dei Dop. I suini sono il 46 per cento, gli avicoli sono marginali. Perché fare un distretto? Perché ci sono le condizioni per farlo. L’obiettivo finale è creare una food policy del territorio cremasco”.

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