10-03-2025 ore 12:39 | Economia - Mercati
di Elena De Maestri

Cosmesi: braccio di ferro con l’Unione europea per la tutela delle acque dai reflui industriali

La filiera cosmetica lombarda, pilastro del settore in Italia, lancia un grido d’allarme contro la direttiva europea 2024/3019 sul trattamento delle acque reflue urbane. L’assessore regionale al turismo, marketing territoriale, moda e cosmesi, Barbara Mazzali, ha avuto un incontro con esperti e rappresentanti istituzionali per discutere l’impatto  della normativa, che rischia di soffocare un’eccellenza del Made in Italy. Ha partecipato anche il senatore cremasco e imprenditore nel settore della cosmesi Renato Ancorotti. Obiettivo:  tutelare la filiera cosmetica. L’impatto della nuova direttiva europea rischia di penalizzare le imprese cosmetiche lombarde, rallentandone lo sviluppo e la crescita. Come commenta l’assessore Mazzali: “la Lombardia è il centro dell’industria cosmetica italiana, con oltre il 48 per cento delle imprese del settore e il 70 per cento del fatturato nazionale”.

 

Regione a fianco delle aziende

“Non possiamo accettare che una direttiva europea penalizzi un comparto così strategico imponendo oneri sproporzionati e rischiando di comprometterne la crescita e l’innovazione. La sostenibilità ambientale è una sfida che le nostre imprese stanno già affrontando con impegno e investimenti da decenni, ma non può essere imposta senza tenere conto della sostenibilità economica e sociale. Regione Lombardia sarà al fianco delle aziende e porterà la questione all’attenzione del governo e dei rappresentanti italiani in Europa affinché venga trovata una soluzione equa e sostenibile per il nostro sistema produttivo.”. Il senatore Ancorotti ha aggiunto: “questa direttiva, così come è stata concepita, rischia di mettere in ginocchio un comparto che ha sempre dimostrato di saper innovare nel rispetto dell’ambiente”.

 

‘Materie prime green’

“Imporre nuovi obblighi senza un’analisi scientifica approfondita sul reale impatto di ogni settore produttivo significa penalizzare proprio quelle imprese che stanno già investendo in processi più sostenibili. La cosmesi italiana è all’avanguardia nell’utilizzo di materie prime green, nella riduzione degli sprechi e nell’adozione di packaging riciclabili: anziché ostacolare queste eccellenze, l’Europa dovrebbe incentivare un approccio più equilibrato e basato sui dati. Come imprenditore e come senatore, porterò avanti questa battaglia in tutte le sedi istituzionali, perché non possiamo permettere che un comparto strategico venga penalizzato da regole che non tengono conto delle specificità del settore e delle reali responsabilità nell’inquinamento delle acque reflue urbane. Servono norme che tutelino l’ambiente senza distruggere un patrimonio industriale che genera occupazione e crescita per il nostro paese”.