10-01-2022 ore 13:35 | Economia - Associazioni
di Sara Valle

Peste suina, 'grave minaccia per i nostri allevamenti'. Coldiretti: 'azione sinergica'

“Chiediamo venga avviata una rapida iniziativa finalizzata a incrementare l’attività di contrasto al cinghiale estendendo il periodo di caccia, mettendo in campo attività di controllo maggiore anche attraverso l’ausilio dei carabinieri forestali, togliendo di mezzo la burocrazia inutile che imbriglia chi sul territorio vuole agire per difendere l’agricoltura e la sicurezza dei territori rurali.” Queste in estrema sintesi le richieste dell'assessore all'agricoltura e sistemi verdi Regione Lombardia Fabio Rolfi ai vertici statali, a seguito del primo accertato focolaio di peste suina africana in Italia, riscontrato dalle analisi sulla carcassa di un cinghiale trovato morto in provincia di Alessandria.

 

Grave danno economico

Secondo quanto affermato da Coldiretti Lombardia “ la peste suina africana può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per gli animali, ma non è trasmissibile agli esseri umani. Un possibile veicolo di contagio possono essere proprio i cinghiali, il cui numero negli ultimi anni si è moltiplicato in tutta Italia fino a superare i due milioni di esemplari. Questi ungulati provocano danni ingenti agli agricoltori devastando campagne e raccolti, e costituiscono un grave rischio per la sicurezza dei cittadini avvicinandosi sempre più ai centri abitati e provocando incidenti stradali anche mortali. Il rischio che il contagio possa estendersi ai nostri allevamenti - continua la Coldiretti regionale - rappresenterebbe un gravissimo danno economico per le imprese soprattutto in un territorio come quello della Lombardia, prima regione in Italia per numero di maiali allevati. La situazione che ci troviamo ad affrontare impone un attento monitoraggio anche per evitare che si possano generare strumentalizzazioni e speculazioni ai danni dei nostri imprenditori agricoli”.

 

Timore condiviso

Il timore è stato palesato anche dall'assessore Rolfi, in particolare con riferimento ai paesi non europei che non riconoscono il principio di regionalizzazione e che quindi possono imporre divieti di importazione di tutti i prodotti di derivazione suinicola dell’intero paese in cui la peste suina africana si è manifestata. “Il rischio conseguente è una forte limitazione dell’attività commerciale dei prodotti di derivazione suinicola, in un momento di forte richiesta del Made in Italy. Purtroppo, questo rischia di essere un grandissimo assist verso i nostri competitor e a favore dell'italian sounding”. Rolfi spiega anche come “ l’attività di contenimento dei cinghiali è di fatto a carico delle regioni. Roma ha soltanto messo ostacoli, burocrazia e divieti”. Per Coldiretti Lombardia: “va riconosciuto l'impegno annunciato dall'assessore Rolfi di istituire la figura del delegato dell'imprenditore agricolo, che potrà intervenire nelle attività di contenimento del cinghiale sui fondi di sua proprietà. Importante è anche l'impegno di Regione Lombardia a sburocratizzare le pratiche per gli interventi dei controllori”. Serve “subito un'azione sinergica su tutti i fronti per tutelare e difendere i nostri allevamenti da questa grave minaccia”.

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