05-06-2024 ore 14:34 | Economia - Milano
di Claudia Cerioli

'Gestione circolare della risorsa'. Padania Acque interviene al summit della Blue Economy

Per il secondo anno consecutivo i maggiori esponenti e stakeholder del settore dell’economia e della finanza, del mondo accademico, imprenditoriale, istituzionale, governativo e della società civile, si sono dati appuntamento al Blue Economy Summit 2024, il vertice che si è svolto presso l’università Bocconi di Milano per porre l’attenzione sulla necessità di aumentare le risorse finanziarie e di indirizzare investimenti per la protezione e il ripristino degli ecosistemi marini che rappresentano il nostro capitale naturale blu, un patrimonio da tutelare.

 

Solido blue capital market

Il convegno, organizzato dalla fondazione con il contributo scientifico di Sda Bocconi school of management, si è concentrato in particolare sull’importanza di sviluppare un solido Blue Capital Market, di trovare soluzioni al problema della perdita della biodiversità e sulla necessità di disporre di un sistema idrico più resiliente.  Proprio su quest’ultimo tema è intervenuto il direttore generale di Padania Acque Stefano Ottolini, sul tema: ‘l’inquinamento degli oceani e come rendere il sistema idrico più resiliente e meno impattante’. Ottolini, a partire da una prima analisi di scenario nazionale e internazionale, ha delineato i pilastri fondanti della gestione di Padania Acque: una politica industriale basata sulla transizione verso una gestione circolare della risorsa, l’implementazione del paradigma digitale, il rispetto del principio della tutela ambientale, in linea con i sei obiettivi prioritari definiti in ambito europeo (mitigazione, adattamento, economia circolare, risorse idriche, inquinamento, biodiversità ed ecosistemi), e del principio No Dnsh (Do Not Significant Harm), ovvero agire senza arrecare alcun danno significativo all’ambiente.

 

Digitalizzazione e innovazione tecnologica

“Il tasso di perdite d’acqua in Italia è del 42 per cento, il 60 per cento della rete idrica nazionale ha più di 30 anni e il 25 per cento oltre 50 anni. Il tasso di sostituzione è di quattro metri per km all’anno, ciò significa che servirebbero 250 anni per il suo totale rinnovamento. Un gap storico, frutto di decenni di investimenti sottodimensionati, impossibile da colmare con una rapida e massiva sostituzione degli asset: ciò richiederebbe troppo tempo e troppo denaro. L’unica via per recuperare efficienza passa attraverso la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica. L’evidenza empirica, infatti, dimostra che le infrastrutture digitali integrate che raccolgono e gestiscono i dati con strumenti di modellazione predittiva hanno il potenziale per diminuire le perdite fino al 50 per cento. Per questo motivo, cinque anni fa, Padania Acque ha avviato un progetto basato su un sistema di telecontrollo di ultima generazione che ci consente di monitorare e gestire l’infrastruttura idrica. Un sistema di supervisione, controllo e acquisizione dati che collega a una sala di controllo centralizzata tutta la rete e gli impianti.  I risultati raggiunti sono eccellenti: le perdite idriche si attestano a circa il 20 per cento, ovvero la metà della media italiana del 42 per cento, i consumi energetici sono calati del 16 per cento e il margine industriale lordo è aumentato del 73 per cento”.

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