C’è un posto che piccoli e grandi dovrebbero visitare in questi giorni di festa: è il presepe nel mondo contadino realizzato a grandezza naturale nella cascina Piacentini a Olmeneta, in via Cimitero Vecchio. Opera dell’agricoltore Francesco Piacentini e della moglie Pierangela Groppelli, con il prezioso aiuto di Mauro Pellegri, questa natività in cascina racconta, in una serie di scene, la vita condivisa da tante famiglie contadine nel secolo scorso, sfogliando un album dei ricordi ancora ben presente nella memoria di tanti cremonesi. Sarà aperto fino al 20 gennaio e aspetta la visita delle famiglie cremonesi e anche delle scolaresche. “Particolarmente significativo è il fatto che prenda vita all’interno di un’azienda agricola, legando passato e presente del mondo e del lavoro agricolo – sottolinea Coldiretti Cremona – vale davvero la pena di visitarlo, cogliendo questa preziosa occasione di scoprire o ricordare momenti significativi legati alle nostre radici comuni”.
La vita quotidiana delle famiglie contadine
Attraverso una serie di quadri di vita quotidiana – spostandosi dal cortile alle stalle, dalla casa contadina ai portici della cascina, dai luoghi di lavoro a quelli di incontro e di riposo, dalle vie ai pascoli – si ritrovano protagonisti, attività, tradizioni, mestieri e momenti che scandivano la vita e il lavoro in campagna. Protagoniste sono le famiglie contadine, con tutte le generazioni ben rappresentate, dai più piccoli agli adulti ai nonni. Percorrendo la via che conduce alla capanna della natività, si incontrano così il pollaio e le stalle con tutti gli animali a grandezza naturale. Si arriva ai portici e alle stanze dell’abitazione, si passa dall’osteria e dalla fucina, si incontrano tante figure al lavoro. L’allevatore che si dedica agli animali della fattoria; la nonna con il bidone che riceve il latte per la colazione; il norcino che prepara il salame aiutato da tutti, anche dai bambini; il fabbro che batte i ferri per i cavalli; il falegname che ripara la carriola; il materassaio che sistema un vecchio materasso; l’ombrellaio che gira per le cascine aggiustando gli ombrelli e poi la mamma che si dedica alle faccende domestiche, la nonna che rammenda i pantaloni del nipotino, di corsa per non farlo sgridare, il viaggiatore che fa sosta in osteria, il menalatte. Sono davvero tanti i protagonisti di questo tuffo nel passato, persone e animali, tutti proposti con grande attenzione ai particolari, con una minuziosa ricerca degli strumenti e attrezzi d’epoca.
L’attenzione del pubblico
Nei giorni scorsi i visitatori sono stati numerosi. Con grande disponibilità la signora Pierangela Groppelli risponde alle domande dei visitatori, illustra le varie scene di vita quotidiana, rivelando particolari e dettagli che testimoniano tutta la passione e l’impegno con cui ci si è dedicati a questo allestimento. “Per noi è una tradizione. Il nostro presepe, ambientato nella cascina degli anni Cinquanta, ogni anno si rinnova e si arricchisce di nuove scene e nuove figure – spiega Groppelli - la natività è il fulcro del presepe, con la sacra famiglia, i pastori, le pecore. Nel contempo, tutt’intorno, rappresentiamo un pezzo di vita e attività contadina, quella vissuta nel secolo scorso”. Per Francesco Piacenti è una soddisfazione “il fatto che tante persone vengano a vedere il nostro presepio. Qualcuno viene con commozione, perché ha vissuto quegli anni, mentre altri visitano il presepe con curiosità, per conoscere un passato che appartiene a tutte le nostre famiglie, alla nostra comunità. L’attenzione e l’emozione che ci testimoniano i visitatori ripagano di tutto l’impegno che, ogni anno, mettiamo in questa proposta”.