“La pandemia ha tirato fuori una grande grinta, una grande voglia di remare tutti nella stessa direzione”. Non sono mancati i momenti di difficoltà e in ambienti di lavoro familiari (anche se scala decisamente maggiore), quando una persona viene colpita dalla malattia, ne vengono tutti coinvolti. Per Anna Agostino, giovane imprenditrice cremasca della Maus Italia, “sono cambiati gli occhi delle persone. Si è perso un po’ di calore, è stato come se ci avessero buttato addosso una secchiata di ghiaccio”.
Spirito di adattamento
Durante la fase più gravosa, lo scorso marzo, è arrivata la decisione di fermarsi, di privilegiare la salute e la sicurezza. Le due settimane di chiusura hanno portato “un grande spirito di adattamento. Ognuno ha tirato fuori il meglio di sé. Siamo stati costretti a fare un salto tecnologico non indifferente”. Sullo smart working si stava lavorando, seppure con cautela. Passata la fase più acuta, il piacere di rivedersi, di tornare al lavoro insieme. La suddivisione in due turni ed altrettante squadre, ha consentito di occupare lo spazio lavorativo in modo differente. La mensa era stata riaperta in estate, ma poi si è deciso di chiuderla nuovamente. Del resto a tavola si rischia di “abbassare la guardia”. E il momento non è ancora arrivato.
Un nuovo equilibrio
Per raggiungere i clienti sono stati realizzati dei video tutorial, anche se sul posto nel 2020 non è mai stato possibile recarsi. Anche in famiglia, nella quotidianità, l’impatto del Covid è stato difficile. “Ai ragazzi, agli adolescenti, alle prese con le prime scoperte, con i primi innamoramenti, è stato tolto un pezzo di serenità”. Oggi “siamo tutti un po’ in prestito. Cerchiamo di aiutarci a vicenda. Da lontano”. La domanda che oggi risuona con maggior forza è questa: “riusciremo a trovare un nuovo equilibrio? Sì. Ne usciremo. E saremo più forti di prima”.