03-10-2023 ore 11:27 | Economia - Associazioni
di Claudia Cerioli

Uncai: ’la filiera del mais è in grande sofferenza. I contoterzisti fanno grande ciò che è minuto’

L’Uncai, associazione di contoterzisti, Confagricoltura, Fendt e Assalzoo, ha visto la partecipazione di tutta la filiera maidicola nazionale. Hanno partecipato il presidente Uncai Aproniano Tassinari e quello di Apima Milano e Lodi Giuliano Oldani. “Ripensare la filiera del mais significa che il settore soffre", ha esordito Luigi Degano, direttore Fondazione Morando Bolognini. La situazione che affligge già da qualche anno il settore si è aggravata dalla nuova Pac 2023-27 con nuove regole, impegni aggiuntivi (come l'obbligo di cambiare il genere botanico almeno una volta all'anno) e pagamenti in contrazione (per il mais un taglio del 40 per cento) e un solo piccolo premio per chi aderisce all’eco schema quatto di rotazione almeno biennale, inserendo nel proprio piano di coltivazione una coltura miglioratrice proteica o oleaginosa o da rinnovo.

 

Coltura in crisi

“Le quotazioni del mais sono ai minimi, edè raddoppiato il prezzo di tutti i mezzi di produzione, dal seme, al carburante ai fertilizzanti, ai trattori e mieti trebbie”, ha dichiarato Cesare Soldi. “Ciò che scoraggia, ha proseguito Soldi, è il calo del 10 per cento delle superfici investite a mais da granella: “registriamo una maggiore tenuta per l'insilato, destinato alla zootecnia o agli impianti di biogas. Il prezzo del mais si sta però avvicinando al punto di pareggio. Se dovesse scendere ancora, nel 2024 se ne coltiverà ancora meno e dipenderemo sempre di più dalle importazioni". Il mais è una coltura strategica per l'agricoltura italiana, ma è anche una coltura in crisi. I prezzi sono bassi e volatili, la concorrenza internazionale è spietata, i costi di produzione sono alti e le condizioni climatiche sono sempre più sfavorevoli. A tutto questo si aggiunge un’ulteriore nota dolente: il Governo e il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida non hanno ancora convocato il tavolo maidicolo nazionale.

 

L’importanza dei contoterzisti

“Il mais soffre anche della scarsa conoscenza del mercato da parte dei produttori, che non sanno cogliere le opportunità che si presentano. E soffre della mancanza di una politica agricola comune che lo sostenga adeguatamente”, ha rimarcato Rossi. “La filiera ha bisogno di aggiornarsi. La Pac per i prossimi anni non sarà favorevole. Da qui occorre essere bravi per trovare strategie e sistemi di commercializzazione che diano più certezze alle aziende. Gli agricoltori però non scappano, sono il presidio del territorio, lo difendono, non vanno via”. È poi intervenuto ancora Tassinari: “il contoterzista, per aspetto finanziario, è colui che provvede alla preparazione del terreno, alla semina alla raccolta, allo stivaggio e alla cessione del prodotto. I contoterzisti nascono proprio per fare massa critica, per far diventare grande ciò che è piccolo. Per ridurre i costi e aumentare l'efficienza. La tecnica di coltivazione non può restare statica, perché va avanti con la genetica, e l'andamento meteorologico è sempre diverso. Gli agromeccanici servono anche per stare al passo di questi fattori: fra 3/4 anni avremo mais di bassa taglia, molto più fitti (12-14 piante per mq) con arature a 50 cm. I contoterzisti sono quelli che avranno le macchine più indicate per mettere in campo questi nuovi materiali”.

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