30-01-2019 ore 20:40 | Cultura - Arte
di Marcello Palmieri

Crema e Mantova, insieme con la complicità di Aurelio Buso. Assmann ospite del Rotary

Nel prossimo autunno, il Museo civico proporrà una straordinaria mostra su Aurelio Buso. E l’iniziativa rientrerà tra gli eventi collaterali della grande esposizione che il Palazzo Ducale di Mantova dedicherà nello stesso periodo al grande Giulio Romano. “Cupido” dell’intesa raggiunta ieri in città tra il direttore della reggia gonzaghesca, Peter Assmann e il conservatore del Museo civico, Matteo Facchi, è stato il Rotary Club Crema, riuscito nell’intento di ospitare alla sua conviviale di ieri la grande personalità austriaca.

 

È cosa fatta”

Il numero 1 del Ducale è arrivato a Crema alle 18 di ieri, accolto dal presidente del Rotary Alfredo Fiorentini, insieme all’assessore alla Cultura, Emanuela Nichetti, il direttore dei Servizi culturali del comune Francesca Moruzzi e, appunto, Facchi. “È cosa fatta”, ha scandito all’istante Assmann, subito dopo aver ricevuto la proposta di partnership per la mostra cremasca. Da lì, allora, sempre in estemporanea, la visita a Campagnola, presso il laboratorio di restauro dove Paolo Mariani sta facendo “rivivere” alcune tra le opere che saranno oggetto dell’esposizione cremasca.

 

Il sistema Italia

La bellezza di Mantova. La rinascita del Palazzo Ducale ma anche il peso opprimente della burocrazia italiana. È stato un intervento appassionato e a tratti gustoso quello del poliedrico storico dell’arte austriaco, arrivato dal Tirolo a Mantova 4 anni fa con la riforma Franceschini. Tra gli aneddoti raccontati durante la cena, presso il ristorante “Il Ridottino” (dove Deborah Duva aveva realizzato dei Menù con la pianta della reggia gonzaghesca ricamata a mano in copertina), quello scaturito dalla domanda di un socio sul suo rapporto con il “sistema Italia”: “Mia figlia è attrice al teatro di Vienna ma quel teatro è nulla rispetto a quanto ho visto qui”. E ancora: “Saputo che Mantova sarebbe diventata capitale italiana della cultura 2016, ho chiesto al Ministro 12 milioni di euro per le iniziative da mettere in campo. Incredibile, sono arrivati in 3 settimane. Ero felicissimo, poi ho scoperto che avuti quei fondi, in Italia, era praticamente impossibile spenderli: gare, garette, carte bollate”.

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