29-09-2023 ore 19:44 | Cultura - Libri
di Donata Ricci

La ‘fearless music’ di Nina Simone in un libro di Gianni del Savio sabato 30 settembre a Crema

Sabato 30 settembre, alle 17, presso la ‘libreria cremasca’ di via Dante Alighieri, Gianni del Savio presenterà il libro: ‘Nina: la storia musicale e politica di Nina Simone’. “Leggere Gianni Del Savio su Nina Simone è un po’ come ascoltare Gianni Mura quando dissertava di ciclismo. Basterebbe questo per rendere indispensabile la nuova pubblicazione a cura di uno dei massimi esperti di black music, su una delle più grandi musiciste che la storia contemporanea annoveri e della quale nel 2023 ricorrono vent’anni dalla scomparsa. In queste pagine c’è molto più di ciò che sarebbe lecito aspettarsi da una biografia: c’è il contesto, valore aggiunto non sempre presente nelle opere monografiche. E che contesto. Come enuncia il titolo, qui non si narra soltanto la storia musicale della divina pianista di Tryon - colei che aspirava a diventare “la più grande pianista classica nera” - ma anche le sue pulsioni politiche, che la portarono ad aderire con determinazione al movimento di liberazione afroamericano, particolarmente effervescente negli anni ’60, esattamente quando l’artista andava affermandosi. La vicenda personale fluisce con naturalezza nello scenario socio-politico della società nordamericana, con particolare attenzione alle frizioni razziali.

 

‘Black lives matter’

Uno dei piaceri di questa lettura sta infatti nella possibilità di alternare l’ascolto di un brano all’apprendimento di un passaggio storico, che sia un’azione delle Pantere Nere oppure un discorso di Malcolm X o di Stokely Carmichael, l’amicizia con Langston Hughes, James Baldwin e Lorraine Hansberry, o l’incontro in carcere con Angela Davis. Su tutto aleggia la blackness, orgoglio di razza e maledizione al tempo stesso: quella condizione che indirizza l’esistenza di Nina già a partire dal quel “Rejected” (respinta) vergato dal Curtis Institute di Philadelphia quando, ancora ragazzina, si vede negata una carriera da musicista classica a causa del colore della pelle. E anche se non è matematicamente quantificabile l’impatto degli accadimenti personali sulle direzioni future, quel rifiuto si dimostrerà in seguito provvidenziale, determinando una reazione potente e trasformando la crisalide Eunice Waymon nella farfalla multicolore Nina Simone: senza posa, poliedrica, assetata di rivendicazione razziale tanto da arrivare ad utilizzare i palcoscenici come luoghi di incitamento alla rivolta.

 

Musica senza paura

Gianni Del Savio non giudica, non eroicizza, non costringe il lettore alla propria visione; al contrario, pur non rinunciando ad una narrazione incisiva, lascia spazio alle opinioni personali: ogni lettore potrà incontrare la propria Nina. Ma il suo affetto per la Simone si percepisce tutto, insieme alla vastissima competenza in materia, con il risultato di un equilibrio narrativo raro che darà soddisfazione tanto al neofita quanto all’appassionato che desideri espandere le proprie conoscenze: entrambi disporranno di una copiosa messe di informazioni discografiche, bibliografiche, documentaristiche e filmiche (le numerose colonne sonore in cui trova posto), oltre ad un consistente numero di link di approfondimento, a conferma della rigorosità metodologica dell’autore. Impresa non facile raccontare la complessità di questa artista. Basti il fatto che la sua musica non è incasellabile in categorie e che solo per praticità logistica può essere collocata negli scaffali jazz, anche se l’interessata storceva il naso: “Jazz è un termine usato dai bianchi per definire il popolo nero”. Con buona pace di un ammirato Miles Davis che si chiedeva “Ma come fa?” davanti alla “dualità esecutiva” della nostra la quale, mentre cantava Ne me quitte pas stava già librandosi su un altro tema pianistico. Se proprio dobbiamo inventarci una definizione opterei per fearless music: musica impavida che non esita a farsi strumento di lotta politica, né teme di miscelare Bach con George Harrison, Jacques Brel con Jerry Jeff Walker, Dylan con i Bee Gees.

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