Talento, certo, in rari casi anche un pizzico di genio, ma anche e soprattutto una grande, grandissima passione, un tale amore per il proprio lavoro da curare sin nei minimi dettagli ogni passaggio di un concerto, gli arrangiamenti, i dischi, persino i pass o i biglietti. Insomma, “sì, avevano ragione i quattro ragazzi di Liverpool: All you need is love”. Si è conclusa così, con un lungo applauso, strette di mano, autografi e fotografie una serata speciale, curiosa, appassionata, trascorsa a parlare di musica, emozioni e sogni con lo scrittore Enzo Gentile ed il fotografo Stefanino Benni. L’incontro che ho avuto la fortuna di moderare si è svolto in sala Agello, all’interno delle sale che ospitano La musica per i tuoi occhi, con le pareti traboccanti delle centinaia di picture disc della collezione di Lorenzo Gallini e delle opere fotografiche di Benni, dedicate ad alcune delle rockstar più amate del panorama mondiale, da Neil Young agli Who, da Roger Waters a Paul McCartney, Alice Cooper, Iggy Pop, Robert Plant: ognuno colto in quella particolare frazione di tempo che trasforma una bella immagine, uno scatto riuscito, in un’opera d’arte, capace di rapire l’attenzione di chi le guarda, trasmettendogli la scossa elettrica dell’emozione.
Elvis, i Beatles e il jazz
Miscelando curiosi aneddoti ad analisi più approfondite, Gentile ha ripercorso la storia del disco e del costume musicale, dalla prima frattura imposta dal jazz all’arrivo sul pianeta Terra di Elvis Presley, di Chuck Berry, Jerry Lee Lewis; un crescendo che diviene inarrestabile grazie ai Beatles, così giovani ma secondo lui già perfetti – a livello musicale, d’immagine e di testa – nell’incarnare i desideri, meglio sarebbe dire le esigenze di intere generazioni, per la prima volta accomunate da un sentimento di appartenenza universale e – qui sta la vera rivoluzione culturale – soprattutto pacifica. Artisti di chiara fama – da Andy Warhol a Paul Whitehead, a Roger Dean – hanno contribuito alla realizzazione di un’epopea che ancora oggi appare incontrastata, soprattutto con l’avvento del compact disc, della musica liquida in mp3 e dei talent scout che imperversano in tv. “Eppure – ha sottolineato Gentile – esiste un tessuto connettivo che lega varie realtà; luoghi in cui le persone sono spinte dalla passione per la musica e l’arte, per quel connubio di testo, suono e immagine che li porta a riunirsi, dialogare ed ascoltare le opinioni altrui. Dobbiamo trovare il modo di unirle”. Come? Forse la ricetta è più semplice di quel che sembra: “music is love”.