28-04-2023 ore 20:02 | Cultura - Libri
di Patrizia de Capua

Maometto filosofo, Illuminismo e Islam. Oriente ed Occidente nel libro di Gian Carlo Corada

Un anno fa l’editore milanese Farina pubblicava il saggio di Gian Carlo Corada Maometto filosofo. Illuminismo ed Islam. A Crema è stato presentato il 7 settembre 2022 a cura della Libreria La Storia di Simona Lunghi. Giovedì 27 aprile 2023 è stato riproposto a Castelleone a palazzo Brunenghi. Il testo offre numerosi e interessanti spunti di pensiero storico-filosofico, utili per avviare un dialogo culturale Oriente/Occidente, a partire dalla prospettiva religiosa.

 

Antichi pregiudizi. Dispotismo orientale e libertà occidentale

La religione islamica nasce nel 622, nell’epoca che vede in Occidente il declino della Patristica, impegnata nei primi secoli d.C. in dispute teologiche per discriminare le verità di fede da tesi eterodosse, e la nascita della Scolastica, che finirà col cristallizzare in dogmi quelle stesse verità. Il libro di Corada esordisce con una panoramica sull’atteggiamento carico di pregiudizi che fin dall’antichità l’Occidente nutrì nei confronti dell’Oriente, inaugurando una deleteria contrapposizione fra “dispotismo orientale” e “libertà occidentale”. In realtà l’incontro con la cultura araba fu fecondo di ricerche e scoperte in ambiti scientifici, artistici e filosofici. Ma quando gli arabi, nei secoli medievali, conquistarono un vasto impero, la loro religione venne considerata di volta in volta eretica o pagana. Si deve a Tommaso d’Aquino la definizione dell’Islam come deformazione della vera religione. Tuttavia nella realtà storica, anche a seguito della traduzione del Corano, non mancano esempi di collaborazione fra ebrei, cristiani e musulmani, grazie agli scambi commerciali o paradossalmente alle guerre stesse.

 

Islam e religione naturale

Con la riforma protestante, l’Islam diviene un’arma potente nelle controversie fra protestanti e cattolici, ciascuno dei quali brandisce come una spada quella fede per dimostrare che è comunque preferibile alle deviazioni del “nemico” interno al cristianesimo. La parabola dell’interpretazione passa dall’Islamismo come falsa religione a quella di religione naturale o deismo. Come tale, l’Islam è più “vicino alla verità” del cristianesimo, che ha appesantito la fede con misteri e dogmi incomprensibili alla ragione umana. Il deismo si limita infatti a proporre verità universali e fondamentali su cui tutti gli uomini ragionevoli di quell’epoca concorderebbero: c’è un solo Dio, l’anima è immortale, ci sarà una vita futura con un premio per i buoni e un castigo per i cattivi.

 

I philosophes favorevoli e contrari

Veniamo al cuore del discorso di Corada: i philosophes del Sei/Settecento si appropriano delle idee circolanti sull’Islam per supportare le proprie. Quella religione viene strumentalizzata in una duplice modalità: positiva, per così dire, da parte di Boulainvillier e di Voltaire, che vedono in Maometto rispettivamente un deista e un filosofo, e negativa, da parte di Montesquieu, che lo considera un despota. Il Maometto filosofo di Voltaire è il più complesso da spiegare, dal momento che il philosophe cambiò diverse volte l’impostazione del problema. Semplificando, egli rimase sempre fedele alla lotta contro ogni genere di fanatismo religioso, dapprima imputato a Maometto, poi riservato a monaci e consiglieri imbroglioni, mentre il Corano diviene modello di buona morale e giusta idea della potenza divina. L’argomento che appassiona Montesquieu è invece l’esercizio del potere, e il giudizio sull’Islam è negativo. Infine Rousseau propone di Maometto un’immagine sfaccettata di legislatore che pur di mantenere unita la comunità si serve di ogni genere di strumento. Mosè e Maometto sono da questo punto di vista esemplari nell’utilizzo del credo religioso come di un collante sociale potentissimo. Il giudizio su Maometto risulta quindi nel complesso favorevole anche per l’autore del Contratto sociale.

 

Un lavoro da proseguire

Al termine della lettura del libro di Corada rimangono una serie di domande e una sola certezza. La filologia potrebbe interrogarsi sulle fonti documentarie del Corano e sul rapporto fra le varie traduzioni, comprese quelle attualmente circolanti. La filosofia avverte l’esigenza di approfondire lo studio delle eresie proto-cristiane riguardanti la natura di Cristo, la Trinità, il libero arbitrio, e collegarle con le relative posizioni della religione musulmana. Dal punto di vista della storia universale si deve riconoscere che l’Islam ha “cambiato la faccia dell’Asia, dell’Africa e dell’Europa”. Su questa affermazione del Saggio sui costumi e lo spirito delle nazioni non possiamo che concordare con Voltaire. Nella configurazione di un’identità occidentale ed europea non è pensabile esimersi da un serio confronto con l’Islam. Se davvero intendiamo comprendere noi stessi, dobbiamo abbandonare pregiudizi e indifferenza verso l’altro.

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