28-03-2014 ore 20:45 | Cultura - Storia
di Luigi Dossena

Historia et imago Cremae, il velodromo e dintorni. Dal conte Rossi al mecenate del ghiaccio, dall’Unione Ciclistica Cremasca ai nostri iridati

Nel 1926 il nobiluomo cremasco conte Rossi fece costruire dall’ingegnere Giuseppe Stramezzi il velodromo di Crema. Se non il più antico del mondo, è sicuramente fra i primi ancora esistenti, carico di acciacchi, di storia e di gloria. Pensate, il Campionissimo  - al secolo Fausto Coppi - per preparare il record dell’ora che realizzò al Vigorelli di Milano, veniva al velodromo cremasco per allenarsi. Era il suo preferito per la perfezione delle misure: 333m e 33cm, ergo, 1km ogni 3 giri. Ad eccezione di Eddy Merckx, tutti i più grandi campioni e campionissimi hanno onorato con le loro gesta sportive il magico anello cremasco.

 

Cremasco, terra di ciclisti

Antefatto storico. Crema è sempre stata terra di ciclismo, nel 1909 fu fondata l’associazione sportiva cremasca presieduta dal conte Gaddo Vimercati Sanseverino; in questa associazione era già presente il ciclismo. Siamo agli albori del ciclismo mondiale, quando a Montreal nel 1899, in Canada si svolgeva il Campionato “ufficiale”, ma a causa dell’oneroso costo per sostenere la trasferta, vi andarono solo gli inglesi, gli americani e due francesi. La  gara di velocità vide vincitore per la prima e unica volta un atleta di colore, precisamente lo statunitense Major Taylor. Gli altri atleti iridati furono l’inglese Summersgill nella velocità dilettanti, il canadese Gibson nel mezzofondo professionisti e lo statunitense Nelson nel mezzofondo dilettanti. Parallelamente a Parigi si svolgeva un’altra gara che suscitò maggiore interesse. Lì erano presenti i migliori assi del momento, inaspettatamente si impose un carneade, era un italiano: Gian Fernando Tommaselli. Ebbene, il virtuale campione del mondo oggi riposa in un piccolo cimitero nei pressi di Izano.

 

Il mecenate del ghiaccio

Torniamo al nostro velodromo, che nel frattempo venne venduto al mecenate del ghiaccio, il cremasco Cattaneo. Tra la fine degli anni ’20 e durante tutti gli anni ’30 del secolo scorso, moltissime riunioni ciclistiche venivano allestite e pensate, vi partecipavano i campioni assoluti del ciclismo d’un temps: Binda, Girardengo, Guerra, il pizzighettonese Tano Belloni e decine e decine di ciclisti dilettanti e professionisti. La tribuna a quel tempo era coperta ed era sempre gremita di tifosi, tra cui il giovanissimo Pierino Baffi. Lo spettacolo sul levigatissimo anello di cemento veniva seguito da una moltitudine di persone che, non potendo trovare posto all’interno, saliva sui maestosi pioppi che facevano da corona al prestigioso velodromo.

 

L’unione Ciclistica Cremasca

Nel 1932 fu fondata L’unione Ciclistica Cremasca, il primo presidente fu Luigi Gallini, gli successe Angelo Ardigò dal 1933 al 1940. Parteciparono in quegli anni alle gare i cremaschi conte Terni de Gregory, Ceschina, Bonfanti, oltre agli immortali Bartali, Coppi, Magni, Olmo, Favalli etc etc. Il conte Terni de Gregory fu presidente dell’U.C. Cremasca dal 1941 al 1943. Egli fu tra i promotori della vendita al C.O.N.I., che si concluse il 23 dicembre 1941. L’acquisto fu fatto direttamente dal signor Cattaneo per conto della F.C.I.,che allora si chiamava U.V.I.. Il prezzo fu di favore, ed il velodromo venne dato in gestione all’U.C. cremasca. Nel 1959 l’U.C. cremasca organizzò una riunione in notturna con tutti i migliori ciclisti del mondo, di pista e di strada; 3000 persone assistettero all’evento (la massima capienza) e 3000 erano fuori. Furono gli anni d’oro che di lì a poco sarebbero volti al tramonto.

 

Tutti i nostri campioni del mondo

Il 9 maggio 1986 il velodromo fu intitolato a Pierino Baffi. Vogliamo chiudere con i nomi di coloro che si sono laureati campioni del mondo in specialità su pista del nostro territorio, anche grazie alla frequentazione del velodromo cremasco: Marino Morettini da Spino D’Adda, Walter Avogadri da Calvenzano, Walter Brugna da Rivolta d’Adda, Marco Villa da Montodine, Ivan Quaranta da Vaiano, Giuseppe Grassi di Bariano, il figlio di Adriano Baffi fu vice campione del mondo nel kerin e la Spadaccini campionessa mondiale. Non si possono non citare gli assidui frequentatori Maspes, Gaiardoni, i cremaschi Mario Catarsi, Enzo Conturba, Luciano Canavese e ci scusiamo per tutti quelli che non citiamo per motivi di spazio. Il velodromo ha momentaneamente cessato di espletare le sue funzioni, in noi vive sempre la speranza.

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