La rocca di porta Ombriano venne costruita nel XIV secolo, quando Crema era sotto il dominio milanese di Bernabò Visconti. La data di costruzione è sicuramente anteriore al 1350, anno in cui è menzionata in un inventario del monastero di San Benedetto di Crema. In questo atto si legge che la rocca si trovava all’interno del perimetro murario cittadino su un’area di circa sei pertiche, in Porta Ombriano nella vicinanza degli Spoldi, per cui questa vicinia era delle genti che abitavano in prossimità degli spalti, termine frequentemente usato nei documenti Cremaschi per indicare l’area interna, confinante con il muro di cinta costruito a riparo dell’insediamento .
Il palazzo fortificato
La Rocca era stata costruita sulla sinistra della Porta di Ombriano, comprendendo l’ex casa di Bartolino Terni, arrivava fino quasi alla facciata della chiesa della Santissima Trinità. Anche se nel documento del 1350 viene chiamata rocca e non castello, il suo aspetto era quello di un palazzo fortificato: al suo interno venivano espletate le funzioni politiche, giuridiche, militari e di piacere.
I due ponti
Dalla Historia di Crema di Pietro Terni si apprende che la rocca era fornita di due ponti: il primo, chiamato ponte del castello, era all’entrata della rocca, di fronte alla chiesa di Santa Trinità. Il secondo era un’uscita posteriore, detta ponte di fuori o via del soccorso e portava direttamente all’esterno del tratto murario di Porta Ombriano nella zona del Moso.
Il fossato e le carceri
Il Terni fa pensare che i ponti fossero sopraelevati rispetto al suolo circostante e forse attorno alla Rocca vi era un fossato, che probabilmente utilizzava l’alveo della roggia Rino, che a quel tempo entrava dalle fosse di Porta Ombriano, girava intorno alla rocca e poi proseguiva nella zona del mercato, chiamata ancora oggi Adrè a l’acqua e confluiva poi a Porta Serio. Dentro la rocca c’era un castellano con le funzioni di comando, una guarnigione per la difesa e anche le prigioni, dove nel 1398, in seguito alle lotte tra guelfi e ghibellini vennero imprigionati alcuni ribelli delle famiglie Benzoni e Vimercati.
Da Nicolino a Bernabò
Nel 1404 il castellano della rocca era tal Nicolino Alfero di Giovanni, nel 1406 sotto la signoria di Giorgio Benzoni, i castellani erano Pantaleo e Betino de Cusatri, mentre nel 1448 sotto Segramoro di Parma o di Palma, castellano della rocca fu destituito da Gasparo Vimercato, alleato dei Veneziani. Nel 1379 a seguito della divisione dello Stato milanese fatta da Bernabò Visconti, al figlio Carlo toccò Crema insieme a Borgo San Donnino e Parma.
Il torrione Paradiso
Venuto a Crema, Carlo fece costruire all’interno del torricello chiamato Magolzo, una bella e ricca camera chiamata Paradiso, “nela quale molte volte le donne conduceva, per tuorsi quello naturale piacere che fa il mondo tuto prevaricare”. Atterrata la rocca dai veneziani il nome Paradiso passò al torrione vicino.
Il convento delle suore di Santa Monica
Nel 1451 il senato veneto affida a Comino de Almenno la demolizione della Rocca di Porta Ombriano, quindi il fondo di sei pertiche viene venduto a Giovanni Benzone per avere i soldi necessari a sistemare i rivellini. Il Benzone a sua volta rivendette l’area alle suore di Santa Monica che la usarono per costruire il loro convento.
I 35 vasselli di vino
Nonostante la distruzione della rocca fatta dai veneziani per cancellare definitivamente i segni della dominazione milanese su Crema, si salvarono alcuni stabili, di cui è rimasta traccia in una ducale del 1479 dove troviamo 35 vasselli di vino, riposti nelle cantine di Castelvecchio di porta Ombriano, dove si alloggiavano i soldati della guarnigione veneta di stanza a Crema.