27-11-2021 ore 17:05 | Cultura - Teatro
di Gloria Giavaldi

Salti mortali e giochi con il fuoco: il circo porta al san Domenico 'una festa per la vita'

Salti mortali e giochi con il fuoco, gag esilaranti e piramidi umane. The black blues brothers è “la celebrazione della vita in ogni momento”. Energia, entusiasmo, divertimento e sorrisi “per fare festa”. Domenica 28 novembre il circo approda al teatro san Domenico, nel secondo appuntamento della stagione teatrale Incroci. Ci sono ancora 50 biglietti e sono ancora disponibili promozioni per bambini e accompagnatori. Sul palco Ali Salim Mwakasidi, Bilal Musa Huka, Peter Mnyamosi Obunde, Rashid Amini Kulembwa e Seif Mohamed Mlevi. Cinque acrobati con l'Africa nel sangue. Come spiega il direttore artistico della compagnia Circo e dintorni Alessandro Serena, in arte Alexander Sunny: “vengono dal Kenya, ma ben si adattano ad un repertorio americano, al blues, che diverte, tiene il ritmo, riempie di gioia. E, manco a farlo apposta è la musica più nera che ci sia”. Inventato dagli schiavi afroamericani nei campi di cotone e nelle piantagioni di tabacco, il blues è la colonna sonora perfetta per una festa indimenticabile. “Il pubblico si sentirà in breve tempo travolto da questi artisti che non sanno stare fermi, giocano insieme e si fidano ciecamente l'uno dell'altro”. Da una radio che fa le bizze in un elegante locale stile Cotton club la straordinarietà del circo si racconterà a partire dagli oggetti di vita quotidianità. Specchi, tavoli, sedie, tutto diventa buono per festeggiare, ridere, danzare, saltare, faticare. Vivere. “La meraviglia sta nell'utilizzare oggetti normali in modo strabiliante”.

 

La meraviglia della quotidianità

C'è del bello ovunque. “Portiamo in scena la spettacolarizzazione della vita di tutti i giorni, ma non lo facciamo in modo accademico, noioso. Vogliamo che la gente si diverta, lasci i pensieri fuori dalla porta. Il circo parla un linguaggio universale e piace a tutti: bambini, ragazzi e genitori. Tra i sorrisi degli spettatori e l'energia degli acrobati si realizzerà il vero incontro tra culture diverse. Non servono troppe parole quando uno spettacolo è in grado di coinvolgere così”. The black blues brothers è “un vero successo”. Gli artisti si sono esibiti in 300 città tra piazze e teatri, in venti nazioni diverse, davanti a 350 mila spettatori, tra i quali Papa Francesco ed il principe Carlo d'Inghilterra. “Per noi ogni spettatore è importante, tenendo a mente che il pubblico di ogni città è diverso e l'esito non è mai scontato. Ogni spettacolo è sempre una nuova partita da giocare con un unico obiettivo: divertire, divertirsi e stupire. Come in una festa per la vita.

 

Arrivare al cuore di tutti

Il palco del teatro non genera distanza. Dove c'è il sorriso, “le distanze non esistono. Dal tendone, il circo è tornato a farsi spazio nei teatri, sulle strade, nelle piazze. Dagli inizi degli anni 2000 stiamo provando a smantellare quel marchio tipico del Secondo dopoguerra che voleva gli artisti circensi relegati al tendone. Oggi il circo è un mondo vasto, con tanti generi. Non è solo la risata grassa, fa pensare. Certo nei cartelloni dei teatri è una scelta innovativa: porta una ventata d'aria fresca. Ma oggi un acrobata deve essere pronto ad interpretare i salti mortali in modalità diverse. Del resto, la storia ci insegna che la meraviglia del circo non può stare solo nel tendone. Pensiamo che nell'Ottocento l'Arena di Verona ospitava i cosiddetti spettacoli delle meraviglie. Il passato insegna. La storia si ripete. Serena parla del circo in modo familiare non solo perché lo racconta tutti i giorni della sua cattedra all'Università statale di Milano. “Sono anche il nipote di Moira Orfei. Non voglio neanche provare a raccogliere la sua eredità: era un personaggio straordinario. Provo, però, a mettere qualcosa di lei nello spettacolo che proponiamo: amava ridere in modo sano. Amava gli spettacoli ben fatti. Anche a Crema cercheremo di arrivare al cuore di tutti. Con meraviglia e sincerità”.

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