27-07-2024 ore 19:37 | Cultura - Proiezioni
di Michele Gennuso

Perfect Days. La tenerezza e la dolce umanità Hirayama, straordinaria nell’essere normale

Quanta tenerezza provoca Hirayama, il protagonista dell’ultimo film di Wim Wenders, #PerfectDays. Non una tenerezza sdolcinata o peggio mista a compassione; è quella tenerezza che proviamo naturalmente di fronte ai bambini che per loro natura vivono le loro giornate scandite da ritmi regolari e sanno meravigliarsi e sorridere osservando ogni minimo particolare di ciò che li circonda e di ciò che gli succede.

 

Pochissime parole

Quegli stessi bambini che sanno anche sorprenderci provando a corrodere le sovrastrutture che come adulti ci imponiamo nell’analisi del mondo e delle relazioni che instauriamo. È un film di poche, pochissime parole: all’inizio questo silenzio un pochino spaventa, ho temuto di non reggere lo sviluppo della storia, eppure la forza delle immagini e di una potente fotografia che rende protagonista l’ombra, mi ha fatto scivolare nel mondo interiore di Hirayama in cui si entra incuriositi ma senza volere mai forzare l’intimità, così protetta dal protagonista, che si realizza in una quotidianità scandita da un ‘adesso’ quasi estenuante ma naturale se non addirittura necessario.

 

Dolce umanità

Lo sfondo di una città così maestosa come Tokyo potrebbe risucchiare la normalità di un uomo qualunque, che si occupa in maniera maniacale della pulizia dei bagni pubblici (perle di architettura); eppure quella stessa città risulta solo sfondo di una umanità che emerge ma con la dolcezza di un altorilievo. È un film particolare senza alcun dubbio, dove alla fine non ci si emoziona in maniera intensa, ma si riesce ad apprezzare la normalità del quotidiano, la straordinarietà dell’essere normali.

 

La colonna sonora

Si percepisce il dolore e la tristezza che abitano la vita del protagonista che sa trovare scampoli di serenità nelle sue passioni che coltiva come dovere morale. Infine il carico da novanta è stata la scelta di alcuni brani musicali che fanno da colonna sonora che riportano indietro le lancette del tempo per ricordarci che siamo quello che siamo stati, purtroppo o per fortuna.

 

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