Fino al 3 dicembre 2023 (dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18) sarà possibile visitare un’altra mostra originale presso la sala espositiva della Pro Loco di Crema: Affari di Cuore e Altre Storie. Stavolta l’artista è Francesco Manlio Lodigiani, nato a Crema nel 1959. Finito il liceo artistico a Bergamo, Lodigiani ha iniziato una carriera (ormai quarantennale) nel settore dell’arte sacra come pittore, progettista di spazi di culto e vetrate. Ha restaurato chiese e conventi in Italia, Germania, Romania e altri Paesi. Nel 2009 ha donato un’opera in cristallo a papa Benedetto XVI. La sua affascinante ricerca pittorica spazia dalle tecniche tradizionali a quelle innovative, come la pittura su vetrofusioni. Dal 1989 è docente di disegno e pittura presso la Scuola Serale Popolare di Crema.
Un cuore per domarli…
Affari di Cuore e Altre Storie schiera soprattutto opere in vetrofusione: i vetri vengono tagliati, fusi cuocendoli in appositi forni, colorati con smalti e grisaglie policrome, infine cotti una seconda volta per fissare il colore al vetro. Ai muri sono appesi anche collages e carte dipinte con olio e acrilico. L’esposizione è divisa in sezioni. Amor Prigioniero e Amor Liberato riguardano la violenza sulle donne. Comprendono cuori di vetro dai colori vivaci – incorniciati o sostenuti da supporti di metallo – e ritratti femminili a mezzo busto o a figura intera, spesso valorizzati dalla retroilluminazione a led. Un cartellino recita: “In qualche luogo. La donna è amore, colore e vita. Qualcuno, a volte, riesce a cancellare tutto questo”. Proprio adesso ricorrono, nel mondo, la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne (25 novembre) e, a Crema, l’iniziativa di Viva Vittoria (19 novembre) che ha tappezzato piazza Duomo di coperte multicolori. Adam Kadmon direbbe: “Solo una coincidenza? Io non credo”. Lodigiani smentisce categoricamente: la mostra in Pro Loco avrebbe dovuto svolgersi quasi un anno fa, ma lui era impegnato nel restauro della facciata della Scuola Media “Galmozzi”.
Un cuore per trovarli…
In fondo alla sala vediamo la sezione dell’amore in tutte le sue forme. È dominata da un gigantesco cuore, all’interno del quale sagome di uomini e donne si fondono, quasi a formare un unico essere vivente, in appassionate effusioni. Non sempre eterosessuali. Piuttosto, come nel Simposio di Platone, questi androgini (nel senso platonico di Uomini-Palla con quattro braccia e quattro gambe) sono formati a volte da uomo e donna, a volte da uomo e uomo, a volte da donna e donna. Dopo il successo del film Chiamami Col Tuo Nome, Crema è presa d’assalto da turisti – soprattutto arcobaleno – provenienti da tutto il mondo, moltissimi dei quali fanno visita alla Pro Loco. Casualità? Siamo già a due indizi “gravi, precisi e concordanti”, ma Lodigiani rivela di averci visto lungo. Quell’opera infatti non è stata completata negli ultimi tempi, cavalcando trionfi cinematografici o l’esplosione della cultura LGBT+, ma ha almeno un ventennio.
Un cuore per ghermirli…
Al centro della stanza, si trovano cuori colorati di varie dimensioni. Uno, in particolare, è composto da piccoli frammenti di vetro giallo e bianco, simili a quelli levigati dal mare che i bambini raccolgono sulla spiaggia. Spicca una carta lunghissima, piena di corpi agonizzanti su uno sfondo di edifici bombardati. È la sezione dedicata all’amore che sconfigge la guerra (o almeno così si spera). Qualche nesso con i conflitti attualmente in corso in Ucraina e in Terra Santa? Agatha Christie, madre letteraria dell’investigatore Hercule Poirot, a questo punto affermerebbe: “Una coincidenza è solo una coincidenza, due coincidenze fanno un indizio, tre coincidenze fanno una prova”. Eppure, assicura Lodigiani, il dipinto ha almeno trent’anni.
…e nel vetro incatenarli.
L’ultima sezione esalta l’amore per la natura, con fiori, farfalle e paesaggi bucolici. Su una grande carta verticale, una ragazza nuda dai lunghi capelli emerge da un mare inquinato, ribollente di petrolio, bottiglie di plastica e pneumatici. È evidente ictu oculi che si tratta di una rielaborazione della Nascita di Venere di Sandro Botticelli. Affari di Cuore e Altre Storie si conclude con cuori “vari ed eventuali”, un’opera Kintsugi realizzata con vetro fuso (i ceramisti giapponesi usano l’oro) e teschi colorati che hanno cuori al posto degli occhi e del naso. Lodigiani spiega che questi ultimi sono ispirati ai loghi degli harleysti, al culto messicano della Santa Muerte e al Día de los Muertos. Quanto a me, se ciò ha qualche interesse per “i miei venticinque lettori”, sono uscito da questo tripudio cardiaco con il ritornello di Absurd dei Fluke che mi ronzava nelle orecchie, ripetendo ossessivamente: Anybody with a heart votes love.