26-06-2024 ore 19:36 | Cultura - Proiezioni
di Michele Gennuso

Le emozioni si fanno spazio. Inside out 2, viaggio meraviglioso all'interno della nostra intimità

Una presa di coscienza necessaria: noi siamo tutto e il contrario di tutto. La nostra identità è espressione di quell’equilibrio dinamico su cui dobbiamo mantenerci come surfisti. Ebbene sì l’esperienza della vita non è altro che affrontare le onde. Chi pratica surf lo sa benissimo che ci vuole coraggio e adrenalina, la forza necessaria a tenere testa alla violenza del mare e al tempo stesso l’umiltà di mollare la presa e lasciarsi andare quando la potenza dello stesso mare ci sovrasta; ci vuole consapevolezza nella vita: noi siamo il frutto di quello che ci accade e soprattutto di come reagiamo a quello che ci accade.

 

La nostra intimità

Detto questo: Inside out 2 è un piccolo capolavoro di psico-pedagogia contemporanea; è un capolavoro di fantasia cinematografica che sorprende per le numerose trovate della sceneggiatura che lo fanno scivolare senza intoppi, non ci si può annoiare quando si vede la propria storia rappresentata, è affascinante viaggiare all’interno della nostra intimità, lo è per chi sta crescendo e lo è per gli adulti che attraverso un “flashback psicodinamico” rischiano di trovare quei nodi mai sciolti che hanno rappresentato il passato che talvolta emerge nel quotidiano di ciascuno. Le emozioni sono protagoniste e non ci sono attori principali c’è un grande e intenso lavoro corale; non ci può essere un elemento mancante nell’evoluzione psicologica di ciascuno di noi, questo è chiarissimo, ed è reso potentemente soprattutto nelle scene finali dove per l’ennesima volte le emozioni fanno squadra, ma proprio fisicamente tendono quasi a fondersi fino a quasi non riuscire a distinguerle e anche la temuta ansia rientra in questo abbraccio.

 

Adolescenza

Ci sono dei momenti cinematrografici di grande intensità: la rappresentazione dell’attacco di panico: una tempesta che ingessa, un turbinio che blocca, magma che ribolle producendo una semplice unica densa lacrima: poesia. L’ingresso della pubertà: il caos che coinvolge e sconvolge, che frantuma e non ricompone, che destabilizza senza la minima gentilezza, un fenomeno fisiologico che avviene e che fa cambiare pelle a chi lo subisce e a chi lo osserva ed è lì che ci si deve interrogare su quale sguardo utilizzare nei confronti dei nostri adolescenti, è in questo momento che il mondo “adulto” deve decidere non se stare accanto ma come stare accanto, a quale giusta distanza, con quali giuste parole o silenzi ed è un lavoro, sì un lavoro che necessita di grande cuore non solo di grande cultura o conoscenze.

 

Lo spazio delle emozioni

Nella naturale evoluzione della crescita le emozioni ribollono dal profondo di un cervello che non ha ancora appreso come indirizzarle al meglio, emozioni che quindi si dilatano, che cercano di farsi spazio in un corpo ancora acerbo, emozioni che sfiancano, che accendono e spengono entusiasmi e speranze. Il mondo degli adulti anche nel film tutto sommato è ai margini di questo processo, osserva ma senza troppo coinvolgimento anzi “fuggendo” per una vacanza: finalmente! Non si può fare a meno nemmeno della noia! Quella che fa inalberare genitori e professori che si trovano a dover interagire con adolescenti difficili da accendere; la noia che ci condanna (sì noi adulti) a sentirci inutili, incapaci, o peggio a sentirci giudicati boomer e superati da certi sbarbatelli, quando magari dovremmo solo provare a trovare sempre nuovi canali per entrare in contatto (complicato, faticoso, usurante ma dovremmo convincerci che ne vale la pena, eccome se ne vale la pena).

 

La nostra identità

E infine il valore della nostalgia, quanto ho amato la nostalgia che non è legata esclusivamente all’età, agli anni che sono passati, ma al modo con cui abbiamo aderito alla vita; e già se la vita scorre, fluisce (anche questa immagina è resa magistralmente nel film) si rischia di perdersi tutto e quindi mi piace immaginare ogni nostra esperienza come un adesivo che si attacca alle pareti del cuore e rimane lì magari anche in profondità coperto da altri adesivi, da altri incontri, da altre esperienza, ma si crea spessore e il cuore si irrobustisce e diventa uno scrigno tutto nostro, solo nostro: la nostra identità.

 

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