26-05-2020 ore 16:21 | Cultura - Incontri
di Gloria Giavaldi

Percorsi partecipati di innovazione, Satta e Mattei sulle frontiere della cultura a Crema

“La cultura è una leva per la coesione sociale”. Un’occasione di arricchimento, confronto e dialogo. Un modo per stare insieme, fare esperienza, stringere legami, rispolverare relazioni. “Non è solo conservazione”. Lo ha raccontato con le immagini e le parole nel corso del webinar dedicato alle attività culturali che si è tenuto la scorsa settimana, Noemi Satta, consulente strategica che collabora da tempo con il Comune di Crema per realizzare, nell’ambito del progetto Percorsi partecipati di innovazione al centro culturale Sant’Agostino il Fab Lab: “un luogo di innovazione culturale, un centro di ricerca e sviluppo per il territorio, un posto in cui ciascuno abbia l’opportunità di costruirsi il futuro a partire dal presente”.

 

Stringere legami

Per fare questo, Noemi conta, anzitutto, sulla possibilità di stringere legami: “Oltre alla conservazione del patrimonio, che resta di fondamentale importanza, è bene valorizzare l’ascolto”. Di sé e degli altri. “Per veicolare un messaggio, anche attraverso l’uso dei social network, bisogna prima aver chiara l’identità, il patrimonio valoriale, gli obiettivi e le strategie”. Ma non basta. “È necessario anche considerare la tipologia di pubblico o di pubblici e l’interazione che si vuole stimolare”. Un’interazione che, però, non può prescindere dal corpo. “Il digitale può aiutare. Anzi, in questa difficile situazione ci ha aiutato, ma quanto ci è mancato non poter incrociare sguardi?”. Noemi immagina spazi colmi di arte, cultura ed emozioni. E pieni di persone, di corpi che si esprimono e menti che si formano e si confrontano. Ma non è la sola. “A Crema ho trovato uno staff composto da persone motivate, pratiche, concrete. Attualmente stiamo vivendo un momento di slancio e di apertura”. Perché sì, la cultura vive di idee e per questo resiste al Covid. “Arriverà poi il tempo di costruire da ciò che si è appreso. Ora è essenziale riflettere per progettare il futuro”.

 

Innovazione come processo culturale

Al futuro guarda con slancio anche la fondatrice e presidente del Meet, centro internazionale per la cultura digitale con sede a Milano, realizzato con il supporto di Fondazione Cariplo. Il Meet, che aprirà al pubblico a breve, è un luogo fisico, pronto ad ospitare idee, fantasia, entusiasmo, creatività. O, in una parola, innovazione. Perché l’innovazione “prima che un fatto tecnologico, è un processo culturale”. Maria Grazia Mattei riassume in poche parole la consapevolezza che sta coltivando dagli anni ’80, giorno per giorno, con convinzione. “Per anni abbiamo vissuto il cambiamento dato dalla digitalizzazione con approccio tecnocentrico, ponendoci come passivi utilizzatori di tecnologie, dando a questi strumenti la possibilità di modificare le nostre abitudini ed il nostro stile di vita. Oggi, più che mai, si rende necessaria la costruzione di una consapevolezza, affinché i cittadini capiscano di avere tra le mani strumenti finalizzati a generare progresso per il benessere della società”. Ché il digitale non divide. Basta saperlo usare: “L’obiettivo del Meet è quello di promuovere una visione umano-centrica, stimolando con eventi pubblici, workshop, mostre e servizi creativi la diffusione della cultura digitale”. Un processo complesso, ma che ha visto, secondo Mattei, in questa situazione di emergenza, una prima fase di alfabetizzazione che “non deve andare persa. In questo periodo si è vinta un po’ di diffidenza nei riguardi del digitale, è stata abbattuta una barriera e non si deve tornare indietro. Ora dobbiamo tornare a vivere i nostri spazi fisici, ma lo possiamo fare restando interconnessi con il mondo”.

 

Proposte culturali in epoca post Covid

Questo, secondo Mattei, anche il segreto per elaborare proposte culturali vincenti nell’epoca post Covid: “In questo periodo è fondamentale legare la dimensione fisica con quella virtuale, elaborando attività culturali fruibili online”. Una prima strada, dunque, sarebbe quella dell’ibridazione: “La combinazione di reale e virtuale consente di sperimentare un ambito più vasto di relazioni. La rete è uno spazio di creazione straordinario, che può giocare un ruolo vincente nella formulazione di attività culturali. Si devono pensare progetti integrati, dove la rete non sia un corollario, ma una parte essenziali di essi”. Ma la rete può anche far da sé: “Si possono elaborare proposte anche solo nella dimensione digitale, esistono piattaforme capaci di ospitare online eventi formativi, spettacoli e via dicendo. Lo si può fare tenendo presente che quelli virtuali sono ambienti vivi, abitati da persone che vivono il mondo”. Insomma, “la nostra vita, oggi, è intrecciata con la rete”. Lo sta osservando da tempo Maria Grazia Mattei e oggi che “questa tematica è centrale” lo ribadisce con orgoglio, nella speranza che questa consapevolezza si diffonda sempre più, magari anche a Crema.

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