Francesco Panceri, nato a Crema nel 1976 e laureato in scultura all’Accademia di Brera a Milano, dopo una lunga serie di importanti riconoscimenti in Italia e all'estero, è alle prese con un nuovo ed ambizioso progetto artistico: il 25 maggio 2025 sarà inaugurata la sua esposizione personale “Spaziotempo” nell'ambito della trentaduesima edizione della mostra annuale di scultura monumentale presso il castello medievale Castel Pergine, situato a Pergine Valsugana in provincia di Trento. Si tratta di un'avventura grandiosa in tutti i sensi: megalitiche le opere, immane l'impegno profuso, enorme l'impatto visivo ed emozionale, gigantesca la soddisfazione ora che il progetto è in dirittura d'arrivo.
Un incontro rivelatore
“La mostra di Francesco Panceri propone al pubblico un emozionante viaggio nel mondo dell’infinito attraverso un dialogo tra la materia e il vuoto, dove l'artista indaga la correlazione tra spazio e tempo, tra passato e presente, tra materia e vuoto, utilizzando il linguaggio evocativo delle forme monumentali geometriche/astratte, realizzate in ferro e in pietra trentina” spiega la critica d'arte Dora Bulart, curatrice del progetto espositivo, che ha proposto l'artista alla prestigiosa Fondazione Castel Pergine. “Ci siamo conosciuti in occasione di un simposio internazionale di scultura in provincia di Trento, alcuni anni fa".
Un incontro rivelatore
Da allora la curatrice Bulard ha continuato a seguire i lavori di Panceri e li ha considerati coerenti con le esposizioni presentate nel corso del tempo: Fabrizio Plessi, Toni Benetton, Mauro Staccioli, Pino Castagna, Eduard Habicher, Annamaria Gelmi, Nane Zavagno, Klaus Prior, Jürgen Knubben, Giuliano Orsingher e tanti altri grandi nomi. "Lei mi ha presentato alla Fondazione Castel Pergine, che si occupa della gestione del castello, curando la mia mostra e il relativo programma culturale - prosegue l'artista - Abbiamo concepito un progetto impegnativo ma impattante, in stretto dialogo con la storia culturale del luogo e con l’ambiente.”
Big sculptures
La curatrice racconta il percorso espositivo: gli appunti del viaggio immaginario nello Spaziotempo di Panceri saranno quindici opere scultoree in ferro e granito trentino, principalmente di grandi dimensioni, realizzate appositamente per la mostra, accompagnate da opere pittoriche ed installative, allestite all’interno del castello. L'opera più grande è una scultura in cor-ten di sei metri, collocata sulla torre principale del castello. Un’altra opera, di circa quattro metri per lato, sarà esposta nella splendida cornice del castello medievale, posizionata di fronte alla facciata dello storico edificio.
L'epico trasporto
Sulle pagine social dell'artista è possibile vedere i filmati dell'epico trasporto delle sue sculture monumentali: c'è voluto un elicottero per portarle in cima all'altura, su cui svetta la rocca medievale. Saranno visibili per un periodo di sette mesi e lasceranno a bocca aperta i visitatori sia per le dimensioni gigantesche, sia per l'impatto emotivo che sanno suscitare. Per realizzarle l'artista si è avvalso dell'esperienza della ditta Capellini di Montodine, suo partner storico, e della ditta Pedretti Graniti, con sede a Carisolo in provincia di Trento. Prezioso è stato anche il contributo della ditta Plastifer di Monte Cremasco. Abbiamo chiesto all'autore di illustrarci i cardini della sua ricerca artistica e darci qualche anteprima della mostra, in fase di allestimento.
Il cerchio e il quadrato
“La mia ricerca nasce intorno al 2010, quando ho fatto il mio primo viaggio per realizzare una scultura in India. Questo è stato il mio primo contatto con la porta dell'Oriente”. In seguito a questo importante lavoro, l'artista si è recato in Corea e in Cina e successivamente anche in Australia e Nuova Zelanda, ma è l'Oriente che ha scardinato i suoi concetti relativi alla percezione dello spazio e del tempo e alla loro simbologia. “Il cerchio ed il quadrato sono stati decostruiti per poi ricostruire un elemento che fosse simbolo della circolarità della vita, del susseguirsi della relazione tra il pieno ed il vuoto e del fluire del passato, del presente e del futuro”.
Il tempo della vita
Per l'artista il tempo della relazione con la scultura è fondamentale: Panceri utilizza materiali come il granito, la pietra, il ferro e l'acciaio corten, che ha un'ossidazione regolare e delle cromie che si sviluppano con il passare del tempo. Sono materiali naturali, primitivi. “Il tempo impiegato per realizzare la mia opera richiama il tempo che utilizziamo per costruire la nostra vita. Lo spazio aperto è un invito a riflettere sul nostro vivere, su ciò che è stato prima e su cosa sarà dopo”. E' il lavoro dell'uomo artista che, unendo concetto e forma, può trasmettere un messaggio e un'idea.
Attraversare lo spazio/tempo
La suggestione delle opere di Panceri è intensa ed emozionante: lo spazio contiene e svela. Chi si pone in dialogo con le sue creazioni metafisiche non è un semplice osservatore della bellezza e dell'armonia delle forme, avverte di essere egli stesso contenuto e contenitore, parte di un tutto che è dentro e fuori e che conduce allo svelamento del sé. Lo spazio è in movimento. “Ho sempre lavorato con elementi attraversati dal vuoto – spiega lo scultore - Per me il concetto del vuoto è una soglia da attraversare, quindi diventa metafora e simbolo. Lo spazio, circoscritto dalla scultura, è un invito all'attraversamento sia concettuale che visivo”. Nelle installazioni megalitiche di Pergine, gli spazi aperti inquadrano la struttura del castello medievale e la natura circostante delle valli trentine, che così entrano a far parte delle opere esposte.
Dimensioni temporali intrecciate
Spazio e tempo sono concetti metafisici, che possono essere contemplati, ma non interamente penetrati. Si può farne esperienza e infatti Francesco vive il tempo dell'ideazione, della progettazione e della realizzazione delle sue installazioni monumentali: “Attraverso forme sintetiche e forti voglio comunicare uno spaesamento necessario ad innescare una riflessione in chi guarda. Sconvolgere lo spettatore che si trova in dialogo con un oggetto che non è architettura né scultura come comunemente intesa. I miei lavori disorientano”.
Tra Crema e il mondo
Francesco Panceri è un'eccellenza cremasca nel mondo e la mostra personale, che a breve sarà aperta, è l'ennesimo riconoscimento di una ricerca originale, profonda e ricca di significati. “Ho uno studio a Crema, che diventa il mio rifugio creativo, e insegno al liceo artistico Munari. Sono riuscito a trovare un equilibrio tra il lavoro di insegnante e quello di artista, tra il vivere qui in città e il lavorare all'estero. Crema è un luogo dove tornare a riflettere per poi rigiocare negli altri paesi la mia naturale appartenenza a questo territorio che amo”.