25-11-2023 ore 10:18 | Cultura - Incontri
di don Emilio Lingiardi

Forza della stessa dignità, la donna completa l’uomo e lo perfeziona sulla strada dell'amore

La celebrazione della giornata mondiale contro la violenza sulla donna sollecita una riflessione sulla sua identità, ruolo e missione nel piano divino. La chiesa copto-ortodossa propone la data del 25 novembre a ricordo di santa Caterina d’Alessandria, patrona dei filosofi, che ha discusso con i dotti della sua città e ha convertito al Vangelo di Gesù, nell’anno 305 quando poi è stata condannata al martirio con questi suoi amici dall’imperatore Massimino. A lei l’imperatore Giustiniano ha dedicato il grande monastero al Sinai, che conserva gli originali più splendidi della letteratura classica e cristiana.

 

Il completamento

Nell’antropologia biblica dei primi due capitoli del libro della Genesi, la donna è presentata come un dono che completa l’uomo e lo perfeziona. Dono definito ‘forza della stessa dignità’. La donna è la forza (ezer) dell’amore, che genera la vita e la segue con trasporto e sapienza nel suo sviluppo. “Non è bene che l’uomo sia solo”, dice Dio ad Adamo e nell’unione con la donna è completato il soggetto umano, che come tale è immagine e somiglianza divina.

 

Le matriarche

Il popolo ebraico, a differenza degli occidentali che ricordano solo i patriarchi, venera con intensa devozione le quattro matriarche: Sara, Rebecca, Lia e Rachele. Come ricordano le grandi donne che hanno difeso il popolo nei momenti difficili della loro storia: Debora, Ester, Giuditta. È commovente pensare al rapporto di Gesù con le donne che ha trovato sul suo cammino, nella strada della Palestina. Ha incontrato donne ferite dalla malattia e dalla morte, offese nella loro dignità e libertà femminile, tradite dalla prepotenza maschile: tutte ha guardato con affetto, con profondo rispetto, tanto che un bel gruppo di queste donne lo seguono fino alla pasqua.

 

L’umanizzazione dei rapporti

Era sconvolgente per un rabbino d’Israele avere al suo seguito e alla sua scuola delle donne; ma Gesù vuole che lo seguano con tanto trasporto e forza, al punto da sostenerlo nel dramma della croce, che lui ricambia con le prime apparizioni il giorno della resurrezione. Maria di Magdala è chiamata sin dagli inizi Apostola apostolorum, perché lei per prima abbraccia Gesù e riceve l’incarico di annunciarlo vivente alla comunità degli apostoli. Il compito della donna è l’umanizzazione dei rapporti, rendendo possibili e fecondi i rapporti e le relazioni tra gli uomini. Ho sempre discusso con degli ebrei ad Ain karem dove due donne si incontrano (Elisabetta e Maria) e mentre si abbracciano si incontrano i rispettivi bambini, ancora nei loro grembi, Giovanni e Gesù. Questa esperienza esalta la donna che, supplemento d’anima, con la ricchezza dei sentimenti, “èsprit de finesse” di Pascal rende l’uomo più umano, togliendo quella brutalità che faceva dire a Hobbes “homo homini lupus”. La barbarie, la crudeltà, quasi innata nel cuore dell’uomo, è vinta e superata dalla relazione con la donna, che aiuta l’uomo a vivere la sua esistenza con rispetto della dignità e libertà di ogni persona, onde costruire nella coppia e nella famiglia un’autentica comunione di vita.

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