24-08-2023 ore 20:39 | Cultura - Musica
di Annamaria Carioni

'Il canto è la mia vita': la mezzosoprano cremasca Eleonora Filipponi in tour a Bucarest

È un afoso pomeriggio d'estate, ma se anche il tempo fosse stato incerto, il sole lo avrebbe portato lei. Eleonora Filipponi, mezzosoprano rock, così si autodefinisce, è in partenza per Bucarest, dove il 28 agosto canterà nell' Otello di Giuseppe Verdi in forma di concerto con il Maggio Musicale Fiorentino, diretta dal Maestro Zubin Mehta. Il viso incorniciato da una massa di riccioli ribelli, gli occhi color ambra che sorridono più della bocca, Eleonora racconta di sé, dei suoi desideri e della sua passione per il canto con disinvoltura ed entusiasmo. 

 

Sul profilo Facebook hai scritto:”Vivo di musica, mangio tanto, sogno la vita a colori.” Che altro puoi dirci di te?
“Io sono tante cose insieme, ma la mia priorità è la musica. I miei genitori non sono musicisti e mi hanno lasciato scegliere liberamente, sostenendomi in ogni modo, soprattutto la nonna, che è canadese e che da piccola mi insegnava l'inglese cantando. La mia prima scuola di musica e precisamente di canto corale è stato l'Istituto Folcioni di Crema a cinque anni, poi a dieci anni ho iniziato a studiare pianoforte. Il percorso accademico è iniziato più tardi, anche perché mi ero iscritta alla facoltà di lingue e pensavo ad un futuro come insegnante di inglese”. 

 

Dopo gli esordi, la svolta
Mentre parla, le sue mani abbellite da una moltitudine di anelli si muovono leggere nell'aria quasi a voler dirigere l'orchestra dei suoi ricordi e a tentare di disciplinare la sua energia vulcanica. “La svolta è avvenuta quando ho iniziato a cantare con il maestro Roberto Quintarelli: avevo già venticinque anni, era un salto nel vuoto. La mia mamma, ex ballerina, mi ha spronato a provarci; ho rifiutato tante proposte di lavoro e una strada sicura, ma dal 2018 faccio quello che amo di più, cioè cantare”. 

 

Si può davvero vivere di musica?
“Si può, ma la strada è lunga. In Italia c'è musica di altissimo livello, dove l'artista di fama viene pagato davvero tanto. Per chi è giovane la gavetta è molto lunga e ci sono molti competitors preparatissimi, che vengono dall'estero. La concorrenza è spietata: alle audizioni spesso per una parte si presentano centinaia di aspiranti”.

 

Dove nasce il canto?
“Per me è un bisogno. Se un giorno non potessi più cantare per me sarebbe la fine. Il 99 per cento del mio tempo sia fisico che mentale lo investo nel canto.” Per un attimo la sua voce si spezza, si commuove. Eleonora ha il candore e la determinazione di chi procede a passo di disciplina e di umiltà: dietro il suo sorriso luminoso trapela la forza con cui ha affrontato ogni difficoltà e l'amore incondizionato per la sua famiglia, che da sempre la sostiene.

 

Voce e corpo in che relazione stanno?
“Nel passato bastava avere una bella voce, adesso al cantante d'opera è richiesto anche di essere un bravissimo attore e un agilissimo ballerino. In teatro è tutto amplificato, la voce, le espressioni del viso, le posture”. 

 

Il tuo autore preferito?
“Adoro la musica francese e cantare in francese. L'operista che in assoluto preferisco è Massenet, compositore e pianista di epoca romantica, ed in particolare la sua opera “Werther”; le sue note ti entrano nell'intestino, con la sua musica ho un rapporto viscerale, emotivamente intenso e toccante. E poi, anche se sembrerà scontato, due grandi maestri italiani: Verdi e Puccini. Puccini è per me un tour di tutte le emozioni possibili”.

 

Il personaggio che hai interpretato con più soddisfazione?
“Carmen di Bizet, il top per un mezzosoprano. E' un personaggio intrigante e pericoloso, in un attimo puoi rischiare di banalizzarlo, riducendolo alla sigaraia spregiudicata, invece ha una nobiltà d'animo che in tante produzioni non ho visto: Carmen è una donna libera, forte, coerente con se stessa, anche a costo della vita, è una sfida impossibile per un uomo e per questo così affascinante. La sento molto vicina a me come donna”.

 

Un luogo magico
Chiedo ad Eleonora quale sia il luogo più evocativo in cui si sia esibita, convinta che lei mi parli di un prestigioso teatro come quello antico di Taormina, dove ha cantato nello scorso mese di luglio e lei ancora una volta mi sorprende. “Due settimane fa ho interpretato Suor Angelica, protagonista dell'omonima opera lirica in un atto di Puccini, a Pieve di Cellole, a pochi chilometri da San Gimignano, proprio dove nel 1917 il celebre compositore trasse l'ispirazione per questo capolavoro. Mi è mancata l'aria per l'emozione”.

 

Cosa non manca mai nella tua valigia?
“I calzini, perché soffro moltissimo il freddo ai piedi, gli spartiti, perché ho sempre il terrore di dimenticarli a casa e i prodotti per i capelli – i suoi occhi brillano divertiti - E le scarpe da ballo di mia nonna, le uniche con il tacco che riesco a portare e che indosso durante le esibizioni”. Dopo Bucarest, Todi, Montecatini Terme e Cividale del Friuli, Eleonora Filipponi finalmente sarà a Crema con il Requiem di Giuseppe Verdi.

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