Nella splendida cornice dei giardini di Villa Benvenuti, a Ombriano sabato 18 giugno, ha avuto luogo la presentazione del libro Venezia e la terraferma di Marco Pellegrini, docente di storia moderna e rinascimentale presso l’università degli studi di Bergamo, volto altresì noto di programmi televisivi di natura storica, in onda sui canali di Rai Storia. L’autore, introducendo l'argomento, ha rimarcato il legame della città di Crema con le provincie di Bergamo e Brescia, nonchè con la Serenissima, che ha lasciato in città importanti segni della sua secolare presenza. Mario Cassi, presidente del gruppo culturale cremasco L'Araldo ha ringraziato il presidente onorario Ferrante Benvenuti per l'ospitalità concessa, presentando, altresì, al pubblico, Marco Carobbio, ricercatore presso l'università di Bergamo e Paolo Amighetti, anch'egli ricercatore di Brescia, nonchè collaboratori di Marco Pellegrini.
Tardo medioevo ed il rinascimento
Marco Pellegrini ha quindi illustrato gli aspetti salienti ed i punti focali del suo lavoro, spiegati in 208 pagine, che ripercorrono e descrivono l'evoluzione dello stato veneziano in terra ferma. Nel periodo di tempo intercorrente tra il tardo medioevo ed il rinascimento, Venezia estese la sua egemonia su un considerevole numero di città e di territori, i quali contribuirono a costituire lo ‘stado da terra’, compreso tra il Friuli, il Veneto e la parte orientale della Lombardia. Sotto la vigilanza dei rettori inviati in loco da Venezia, queste provincie godettero di vitalità e prosperità economica; le campagne si popolarono sempre più di ville e le città ebbero un forte impulso edilizio. L'autore narra tre secoli di sviluppo e di notevole espansione della terra ferma veneziana, nonchè le rivalità sorte a livello locale, la nascita di varie istituzioni ed i relativi status governativi, la cultura e le tradizioni, sino alla dissoluzione di tale assetto istituzionale e territoriale, avvenuta nel 1797.
Visconti e Benzoni
Nell'ambito dello scontro tra Venezia e Milano, la morte prematura di Giangaleazzo Visconti, avvenuta nel 1402, primo duca di Milano ed artefice della costruzione di un vasto stato pluricittadino, fornì l'occasione a Venezia per estendersi, territorialmente e politicamente, mediante l'annessione di nuovi territori. Alla morte dei Visconti, i primi ad approfittarne furono i collaboratori del duca ed in tale periodo, ebbe inizio, a Crema, l'avventura dei Benzoni. Dalla dissociazione di Milano cercò di approfittarne anche Francesco Novello da Carrara, ma le sue ambizioni non ebbero durature conseguenze. Solo a Venezia città il costo della vita continuava a salire, ma nello stesso tempo la città lagunare si espandeva sempre più a livello demografico, a seguito del rilevante fenomeno migratorio. Il rialzo delle tasse, nella città di Venezia, veniva quindi compensato con la veloce crescita del Pil. Nel 1447-1449 i cremaschi capirono che era più conveniente per la Città di Crema sottostare alla dominazione veneta, poichè la medesima offriva maggiori garanzie politiche e sociali. La Pace di Lodi, siglata nell'aprile del 1454, pose fine allo scontro fra Venezia e Milano, sancendo la successione di Francesco Sforza al ducato di Milano, ormai sottratto ai Visconti.