23-11-2024 ore 20:38 | Cultura - Incontri
di Giulia Tosoni

Festival dei diritti. 'Senza sparare un colpo': l'incontro di Giorgio Bazzega e Oscar Alasia

Cosa significa vivere con il sentimento di rabbia verso chi ti ha privato del padre o convivere con lo stigma di essere il fratello di un “terrorista”? Solo Giorgio Bazzega e Oscar Alasia lo possono sapere e lo hanno condiviso con lucidità, raggiunta dopo anni di sbandamenti abuso di droghe l’uno e anni di silenzio l’altro. Nella serata di venerdì 22 novembre sono stati ospiti della diciottesima edizione del Festival dei diritti. Nella sala convegni del centro pastorale san Luigi a Crema hanno portato la loro testimonianza sulla giustizia riparativa, moderati da Anna Morali della Consulta giovani ed Elena Pezzotti, una dei "primi terzi" a partecipare al Gruppo dell’incontro. Per tutta la durata della testimonianza, il fumettista Simone Riccardi ha ascoltato i racconti dei due ospiti e si è cimentato in un live drawing. Nel fumetto disegnato ha cercato di riassumere l’incontro, focalizzandosi sui momenti che lo hanno fatto più riflettere.

 

Il 15 dicembre 1976

Le vite di Bazzega e Alasia si sono spezzate entrambe il 15 dicembre del 1976, uno dei fatti più sanguinosi degli Anni di Piombo. Il giovane brigatista rosso, Walter Alasia (fratello di Oscar), rimase ucciso dopo uno scontro a fuoco a Sesto San Giovanni, da egli stesso aperto, dove persero la vita il maresciallo Sergio Bazzega (padre di Giorgio) e il vicequestore Vittorio Padovani

 

 

Dalla vendetta all’incontro

Queste due morti sconvolsero le vite di tante famiglie. Per Giorgio Bazzega, dopo anni guidati dalla sete di vendetta, la svolta è arrivata grazie all’incontro con Manilo Milani, presidente dell’associazione Vittime della strage di Brescia, ed al percorso di giustizia riparativa in cui si è lasciato coinvolgere. “Mi sono reso conto che una vittima non ha bisogno di veder soffrire chi gli ha fatto del male. Ciò di cui avevo bisogno era l’incontro. Mi sono innamorato della giustizia riparativa a perché ti permette lucidamente di fare i conti con quello che ti è successo. Dopo questo percorso non mi sento più una vittima e non voglio più essere rappresentato come tale. La chiusura del cerchio l’ho con Oscar, con lui mi mi sono incontrato grazie a suo cugino, Giuseppe Culicchia”.

 

La risoluzione

La storia di Oscar Alasia è diversa, lui l’incontro non lo ha mai cercato, per anni ha vissuto nell’ombra, non ha mai parlato delle situazioni accadute “per pudore”. Per Oscar, il cambiamento è avvenuto con il libro “Il tempo di vivere con te”, scritto dal cugino nel 2021 per ricordare Walter, per spogliarlo dell’immagine di mostro e restituirgli il volto umano di un giovane. “per 47 anni mi sono nascosto, poi ho conosciuto Giorgio: un incontro che ci ha messo sullo stesso piano, entrambi delle vittime. Non potrò mai giustificare mio fratello per ciò che ha fatto, ma capisco la reazione che ha avuto. Ringrazio mio cugino per avermi fatto conoscere Giorgio, grazie a lui ho iniziato a parlare di questo fatto. La giustizia riparativa ha risolto tutto, senza sparare un colpo”. 

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