Con l'approssimarsi dell'autunno, ritornano tante proposte culturali, sportive e ricreative. In primo piano è sicuramente la danza, che offre i più disparati corsi: la danza classica per tenere principessine in tutù, l'hip hop e la break dance, tanto amate dagli adolescenti, i balli latino americani e i ritmi caraibici per i più estroversi, il ballo liscio e da sala, che di solito richiama coppie di età un po' più matura, il country, che si balla in linea indossando stivali texani e cappelli di paglia in perfetto stile western, la danza del ventre e la recente vogue per chi desidera sviluppare la femminilità e la sensualità, le danze di carattere per chi ama il folklore e tante altre ancora. Fra tutte, c'è un ballo che si distingue: il tango.
A lezione di tango
Giulia Marini e Massimiliano Marangoni sono i maestri di tango dell'associazione Arte e musica. Da diversi anni tengono corsi di ballo a Brescia ed ora hanno pensato di proporne uno il giovedì sera anche a Crema. Sono marito e moglie e sono bellissimi nei loro abiti neri, semplici, ma eleganti. Ci accolgono nella sala Bottesini al primo piano del teatro San Domenico: dalle finestre spalancate si possono ammirare il mercato austroungarico e la piazza sottostante illuminata. Siamo una quindicina, più donne che uomini come capita spesso nei corsi di ballo, è quasi sempre lei che trascina lui e, se non ci riesce, ci va da sola. “Il tango è una malattia: se ti prende, non guarisci più” esordisce il maestro.
Cenni di storia del tango
Massimiliano continua spiegando in modo sintetico come e dove nasce il tango: gli anni Venti, l'Argentina, poi un periodo di stasi e poi il ballo che torna in auge, il nuevo tango di Astor Piazzolla, autore di numerosi brani, sia strumentali che vocali, tra i quali come non ricordare Libertango. Il famoso musicista e compositore ha diretto grandi orchestre, ma di solito il tango viene suonato da un quartetto di musicisti: bastano un pianoforte, un bandoneon, un violino e un contrabbasso. Ascoltiamo con interesse questa spiegazione, che ci avvicina a un mondo per certi versi misterioso, mentre in sottofondo ci accompagna una musica antica, un tango di altri tempi: il vero tango è quello, ricorda il suono analogico dei vinili, anche questo è il suo fascino. L'etimologia della parola è ancora dibattuta: gli schiavi neri del Rio de la Plata usavano il termine “tango” per indicare i loro strumenti a percussione, il luogo della danza e la danza stessa. Nel 2009 Argentina ed Uruguay, con una proposta congiunta, hanno ottenuto che il tango fosse incluso nell'elenco del patrimonio culturale immateriale dell'Unesco.
Leader e follower
”Il tango non è un ballo maschilista, come spesso erroneamente si crede – interviene Giulia - l'uomo propone, la donna ascolta e sceglie come rispondere. Il tango è un'esperienza unica, non è solo un ballo di coppia. Prevale la parte mentale su quella fisica”. Poi i maestri introducono un tema fondamentale, che, lo abbiamo già intuito, sarà “il tormentone” di tutto il corso: la connessione. “Il contatto nel tango si chiama connessione – riprende la maestra - Non esistono figure, è tutto improvvisato, bisogna capire come entrare in contatto e per riuscirci è necessario allenare l'ascolto di sé e del partner”. Nella coppia che balla c'è un leader, che guida e che non deve essere necessariamente l'uomo, e un follower che ascolta e accoglie. La connessione dà perfetta sintonia, ma anche autonomia. Ognuno ha il suo spazio. Sono due ruoli autonomi e complementari. La tecnica aiuta a realizzare questa connessione.
La magia della connessione
La coppia di maestri ci mostra qualche passo: sembrano scivolare leggeri sul pavimento, ma si coglie l'intensità dell'energia, la vibrante passione che si trasmettono l'un l'altro. “Il tango è la seconda danza più tecnica, dopo la danza classica. Nel tango non puoi lanciarti, ci vuole un po' di mantecatura, di impegno”. Il termine “mantecatura”, utilizzato da Giulia, mi colpisce, perché rende pienamente l'idea di ingredienti, che si mescolano fino a diventare un unico sapore, che tuttavia conserva il profumo degli aromi originali. La metafora di matrice culinaria si sposa perfettamente con l'idea della connessione, che si deve realizzare tra i ballerini.
La piattaforma universale didattica
Si entra nella parte più tecnica della lezione. Scopriamo che tutti i maestri di tango del mondo hanno trovato un accordo sul passo base, che è una semplificazione, a scopo didattico, di un ballo che non ha sequenze, non ha coreografie: si vive nell'attimo presente, è un viaggio, in cui non si conosce cosa accadrà passo dopo passo. Per questo motivo è così importante trovare la connessione con l'altro. E finalmente tocca a noi: c'è un leggero imbarazzo, qualcuno ha già portato le scarpe da ballo, la maggior parte è arrivata con scarpe da ginnastica e sandali da passeggio. Il passo base per la donna è un quadrato immaginario, da disegnare sul pavimento: un passo laterale a destra, due passi indietro, un passo laterale a sinistra, poi il cambio di peso da un piede all'altro, un passo avanti con il piede sinistro e ancora uno laterale a destra. Sembra facile, ma non lo è per nulla: ci vuole concentrazione e consapevolezza del proprio corpo, equilibrio, respiro.
Il tango come disvelamento di sè
“Ti senti a nudo a contatto con l'altro. Non puoi indossare una maschera, sei tu. Il tango è terapeutico, ti libera”. La lezione è terminata, ma resto a scambiare ancora qualche impressione con Giulia: “Negli anni ci siamo formati con i migliori maestri di tango argentino, partecipando a numerosi stage e percorsi individuali. Un percorso di studio e passione che ci spinge a migliorarci costantemente, cercando sempre nuove strade interpretative. Ci vogliono studio, tecnica, musicalità e conoscenza delle infinite potenzialità del proprio corpo. E' un’esperienza alla scoperta di se stessi attraverso la “connessione” con l’altro, in cui non si smette mai di imparare”. Giovedì prossimo 28 settembre è prevista le seconda giornata aperta di prova gratuita: l'invito è rivolto a tutti, perché il tango non ha età. Per ulteriori informazioni, il numero da contattare è 348/5757614.