23-02-2025 ore 19:44 | Cultura - Tradizioni
di Giulia Tosoni

Carnevale cremasco. Grande festa per la prima sfilata tra carri, danze, musica e coriandoli

Il tempo incerto non ha fermato la grande festa, i preparativi sono stati ultimati: è l’ora del Gran Carnevale Cremasco. Ha preso ufficialmente il via la trentasettesima edizione della manifestazione, quest’anno resa ancor più speciale per i 70 anni della storica maschera del Gagèt col so uchèt. Nel circuito di piazza Giovanni XXIII, come da tradizione, hanno sfilato i cinque carri allegorici in gara, accompagnati da gruppi folkloristici e scuole di danza del territorio. Sul palco, per dare ufficialmente il via alla manifestazione, l’assessore al turismo, moda, design e marketing territoriale di Regione Lombardia, Barbara Mazzali, l’ospite d’onore Kenia Fernandez, le istituzioni di Crema e del territorio e il comitato organizzatore. 

 

Un racconto dell’identità cremasca

“Dopo aver presentato in Regione il Carnevale Cremasco non potevo mancare alla prima domenica di sfilate”, ha dichiarato l’assessore regionale Mazzali: “un plauso va ai volontari, attraverso un lavoro costante riescono magistralmente a raccontare la nostra identità e le nostre tradizioni. Siamo una regione in corsa, ricca di grandi artigiani della bellezza e del saper fare e Crema è un’espressione di tutto questo”. Per il sindaco Fabio Bergamaschi, realtà come questa “necessitano di essere raccontate, non solo a livello territoriale. Il nostro Carnevale è il più importante della Lombardia e siamo felici di attrarre visitatori da fuori città”. Grande l’emozione di Eugenio Pisati, presidente del comitato organizzatore: “il 23 febbraio del 2020 abbiamo dovuto annullare la prima domenica di sfilate a causa della pandemia da Covid-19, a distanza di cinque anni tutto è finalmente ripartito a pieno regime”.


Le sfilate dei carri

Cinque i carri allegorici, costruiti a livello artigianale, in concorso tra loro, ciascuno con un messaggio d’attualità. Intelligenza artificiale, cervelli in fuga, pace, sogni, intimità e abissi, queste le tematiche trattate. Tra passato e futuro rappresenta l’Ai, da un passato non così lontano ad un’era completamente computerizzata. Un unico cielo simboleggia quest’epoca in cui le etnie diverse della terra cercano di condividere gli spazi, ma sono divise da ideologie politiche, culturali e religiose. Abisso vuole evocare il mare e gli affetti del surriscaldamento climatico, con conseguenze devastanti sulla fauna marina. Inseguendo un sogno è il simbolo delle nuove generazioni che cercano fortuna all’estero, la famosa fuga di cervelli verso nuovi confini. Infine, Casa dolce casa rappresenta la nostra intimità, il rientro nella nostra dimora dopo una lunga e frenetica giornata di lavoro, un inno all’ascolto di se stessi, ad un tempo più calmo. Ospiti ormai fissi della manifestazione, i carri Follower 46 di Casazza e Wild Boys di Erbusco, il gruppo folkloristico boliviano, l’associazione culturale Forteza di Verona e il gruppo Pavullese.

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