Nei giorni scorsi, presso la villa Benvenuti di Ombriano, si è tenuta la consueta presentazione del CalendAraldo, edizione 2025, unitamente alla commemorazione del quinto centenario (1525-2025) della deposizione della prima pietra del palazzo comunale di Crema. Mario Cassi, presidente del gruppo culturale cremasco l’Araldo, ha ringraziato il pubblico convenuto e la famiglia Benvenuti per l’ospitalità. Relazionandosi con il pubblico, ha sottolineato che, per il 2025, trattasi di un calendario particolare, dedicato alle celebri imprese produttive cremasche della prima metà del secolo scorso; un’opera esclusiva stampata in soli 99 esemplari numerati, che diventa un vero e proprio pezzo da collezione.
Un viaggio nel passato delle imprese produttive cremasche
Ogni mese è corredato da immagini suggestive che non si limitano a narrare la storia di Crema, ma invitano a riscoprire un patrimonio storico, industriale e culturale denso ed affascinante. Un viaggio a ritroso, nel passato, che ci conduce ad una città laboriosa, dinamica ed innovativa, attraverso le immagini e i colori delle aziende che hanno fatto la storia locale: la società anonima Angelo Arrigoni, leader nel settore delle conserve; la storica Emilio Bonizzoni, rinomata per il burro e i formaggi; il caffè pasticceria Romolo Tadini e la trattoria del Pollone, simboli della gastronomia; il seme bachi da seta Abele Ziglioli; il pastificio Zucchi; la società anonima Serio con le macchine da scrivere Everest, la vetreria Luigi Cavalli. Accanto a queste attività esistevano altre realtà artigianali e commerciali, quali il tappezziere Coroli e Barbaro, il servizio automobili Leccardi e Crotti, i salumi Rossi e i legnami Carabelli. Anche la latteria agricola di Crema assunse un ruolo fondamentale nell’economia cremasca, coniugando la tradizione agricola e lattiero-casearia della zona.
I 500 anni del palazzo comunale di Crema
Successivamente, il geometra ed esperto di storia locale Tino Moruzzi, ha trattato la parte relativa alla deposizione della prima pietra del palazzo comunale, di cui nel 2025 ricorre il quinto centenario. L’impulso di modernità all’edificio pubblico venne conferito dalle autorità locali con delibera del 9 luglio 1524. Il Gran Consiglio della città decise d’abbattere il vecchio palazzo, ritenuto ormai fatiscente, nominando in qualità di supervisori quattro figure del panorama cremasco: Stefano Barbetta, Giovacchino Dé Marchi, Carlo Zurla e Pietro da Terni, che ebbero il compito di progettare l’assetto urbanistico, il rinnovamento della città, nonché la modernizzazione degli edifici pubblici. Pietro da Terni, figura culturale, cancelliere, uomo di legge, dedito alla vita politica amministrativa, rese proprie le idee di Leonardo da Vinci e rappresentò il “motore” e l’anima per far si che il palazzo comunale fosse costruito secondo la visione dell’illustre scienziato del Rinascimento.
La costruzione
Il 20 aprile 1525 ci fu una cerimonia d’inaugurazione per l’inizio dei lavori, con un cerimoniale guidato dal podestà Giovanni Moro, alla presenza delle massime autorità politiche, civili, religiose e con grande partecipazione del popolo. I lavori di costruzione proseguirono fino al 1540 ed al termine dei medesimi si ebbe un edificio diviso in due ali: nord e sud separati a loro volta dall’arco del Torrazzo. L’ala nord, nei secoli a venire, venne utilizzata per l’attività amministrativa pubblica, mentre l’ala sud fu adibita a vari usi: armeria della città, circolo culturale, botteghino delle lettere, nonché sorta di ufficio postale dell’epoca; il tribunale si insediò al piano superiore dell’ala sud insieme alla pretura; nei primi anni del dopo guerra trovarono posto anche le sedi del partito comunista e socialista.