22-08-2023 ore 18:00 | Cultura - Itinerari
di Sofia Patrini

L'utilità della FiloSofia. La contemplazione e il risveglio sentimentale del porsi delle domande

Quando ci si approccia allo studio della filosofia teoretica (materia che, oltre a farti impazzire con una serie infinita di vocaboli in greco antico e tedesco e a farti arrivare all’esame terrorizzato in quanto l’astrazione dei contenuti ti fa pensare di non sapere nulla, convince i tuoi amici non filosofi che stai studiando qualcosa di veramente difficile), si comprende perché si sta studiando proprio “la filosofia”.

 

A cosa serve la filosofia

Come tutti sanno, la filosofia non ha un’utilità pratica. Lo stesso Aristotele scherzava sull’utilità della filosofia: “La filosofia non serve a nulla, dirai; ma sappi che proprio perché priva del legame di servitù è il sapere più nobile”. La filosofia teoretica, comunque, si occupa dei problemi generali della conoscenza e della percezione. Trattando di questi argomenti, uno dei primi temi in cui si inciampa quando la si studia è la differenza tra il realismo del filosofo e quello dell’uomo comune. Fin dai tempi dell’antica Grecia i nostri amati filosofi venivano definiti in modi peculiari: Socrate era atopos (spiazzato, strano); Talete durante la contemplazione dei suoi pensieri cadde in un pozzo, o almeno questo è quello che Platone scrive nel Teeteto. Io, fino al momento in cui sto scrivendo al computer, non sono mai caduta in un pozzo. Il mio essere filosofa si manifesta più chiaramente nella mia totale repulsione per gli sport, specialmente quelli provvisti di palla (sto ancora cercando di capire quale pazzo abbia inventato il Padel, per me sostanzialmente è solo una versione del tennis nella quale la pallina può colpirmi la testa da qualsiasi angolo del campo). Oltre una certa repulsione verso alcune convenzioni sociali, come l’appuntare cose ovvie a tutti in pubblico.

 

La contemplazione filosofica è un risveglio sentimentale

Secondo punto, molto importante nello studio della teoretica: lo thaumazein (meravigliarsi), ossia, quello che Platone nel Teeteto descrive come il patire proprio del filosofo. La nascita della contemplazione filosofica si presenta come un vero e proprio risveglio sentimentale, e quindi non solo teorico. Momento che, in una citazione a me molto cara della professoressa Silvana Borutti, viene descritto così: “Da questo punto di vista, la scena dell’inizio della filosofia non descrive una marcia progressiva verso segmenti non ancora compresi della realtà in vista di un rispecchiamento intellettuale; descrive semmai il sopravvenire del pensiero nell’ambiente vitale, nella forma di un cambiamento e distacco che si generano nelle zone d’ombra dello stesso modo familiare di vita". (Dubitare, riflettere, argomentare: percorsi di filosofia teoretica, Carocci editore, 2018).

 

Porsi delle domande

Il mio risveglio sentimentale verso l’atteggiamento filosofico prende vita nelle infinite domande poste a chiunque si trovasse di fronte a me, atteggiamento che mia madre sperava finisse dopo i cinque anni e invece si perpetua ancora oggi. La passione per la filosofia, invece, occupa uno specifico lasso temporale nella mia vita, ossia nell’estate tra la seconda e la terza superiore, quando, oltre ad aver letto per la prima volta L’insostenibile leggerezza dell'essere (dove Milan Kundera cita diversi filosofi tra cui Nietzsche, Parmenide e Platone) e Il mondo di Sophia di Jostein Gaarder, nasceva la necessità di una conoscenza diversa. Ad esempio nelle zone d’ombra dello stesso modo familiare di vita strettamente dettato da dinamiche piccolo borghesi, della serie: “Non studio latino perché è capitalista”, senza nemmeno sapere cosa significhi e poi finire a piangere quando si prende il debito. Così sono stata attirata in questo mondo, che qualcuno definisce “treno diretto per la disoccupazione”: persone a cui bisogna rispondere che Sergio Marchionne è laureato in Filosofia. Materia che, a un primo sguardo, può sembrare la cosa più astratta possibile, ma in realtà fornisce diversi spunti che possono aiutare nella vita di chiunque, che tratterò nei prossimi articoli della rubrica. Spero possa interessare il maggior numero di lettori trattare questi argomenti con la giusta ironia.

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