22-04-2024 ore 11:34 | Cultura - Mostre
di Angelo Piccolo

'Nuove acquisizioni'. Rassegna dedicata alle opere dei cremaschi Bacchetta, Conti e Biondini

Sabato 18 maggio alle ore 17.30, presso la pinacoteca del Museo civico di Crema e del cremasco, verrà inaugurata la prima edizione di “Nuove acquisizioni, Angelo Bacchetta, Eugenio Giuseppe Conti, Gianetto Biondini”: una rassegna con cadenza periodica per mettere in luce il continuo incremento delle collezioni accresciute grazie a donazioni, comodati o acquisti. Con questa nuova iniziativa saranno introdotte alla città tre distinte collezioni artistiche, che includono significative opere del panorama pittorico cremasco ottocentesco e novecentesco. La mostra, curata da Alessandro Barbieri, Alessandro Boni e Gabriele Valesi, mette a disposizione del pubblico le recenti opere acquisite. 

 

Investire su storia e cultura

La manifestazione sarà un’occasione per offrire uno sguardo privilegiato sulle recenti aggiunte del Museo. L’atto di destinare opere private a un museo, si configura come un gesto di straordinaria nobiltà, che va oltre la mera offerta: rappresenta un autentico investimento nella storia, nella cultura e nell’educazione di una comunità. Tra il 2023 e il 2024 il civico di Crema è stato scelto come depositario di alcuni notevoli dipinti di famiglia, giunti tramite un comodato e ben due donazioni, ciò a riprova della scientificità e della serietà con cui l’istituzione cremasca esercita le sue funzioni di salvaguardia e valorizzazione, confermando al contempo il suo ruolo fondamentale di referente culturale. 

 

Le undici opere di Bacchetta

Aprirà la mostra un cospicuo gruppo di dipinti provenienti da Genova, concessi nel 2023, mediante un comodato gratuito da Vittorio Bozzo. Si tratta di undici lavori di Angelo Bacchetta (Crema, 1841 – 1920). Le prime due opere, dal titolo “Ritorno dal pascolo, ricordo della campagna romana” e “Cucina, studio dal vero”, appartengono al suo periodo post-accademico; mentre la “Carità – Dar da bere agli assetati”, “I due frati vinattieri” e le “Due monache in un chiostro” sono l’espressione più romantica del pittore. Altri quattro dipinti sono riconducibili alla sua fase naturalista e realista: la “Donna che stende i panni”, le “Galline nell’aia”, la “Dama vestita di bianco con levriero” e la “Dama con fiori seduta sotto un glicine”. Al termine della serie saranno visibili anche due studi preparatori: il primo raffigura la “Gloria di santa Teresa d’Avila”, composizione in seguito adattata all’iconografia “Assunzione della Vergine”, eseguita da Bacchetta ad affresco nella cupoletta meridionale del santuario di Santa Maria della Croce di Crema. Il secondo bozzetto rappresenta invece la “Gloria dei santi Vito, Modesto e Crescenzia”, realizzata ad affresco nella volta della navata della chiesa parrocchiale di Civate (Lc).

 

I cremaschi Eugenio Giuseppe e Noemi Conti 


Il nucleo intermedio della mostra sarà costituito da quattro opere giunte da San Felice Circeo (Lt), donate nel 2023 da Cristina Crotti. Tre di esse sono state eseguite da Eugenio Giuseppe Conti (Crema, 1842 – Milano, 1909), mentre la quarta dalla figlia – anch’essa pittrice – Noemi Conti (Crema, 1878 – Sergnano, 1942). Del padre, oltre a un “Autoritratto” giovanile, spicca sicuramente “Domani in collegio”, un dipinto da cui emerge tutta l’abilità ritrattistica del pittore cremasco, in grado di rendere con assoluta maestria l’introspezione psicologica dei personaggi effigiati: in questo caso i due figli, Gineria e Renzo, colti impensieriti tra le fronde di un giardino. Con “Ore tranquille” invece l’artista si ispira al settecento e ai temi arcadico-galanti messi in scena dalla pittura rococò; in particolare la grande tela risulta una fedele ripresa da un’opera del pittore francese Jean-Antoine Watteau oggi perduta, nota a Conti attraverso una stampa di traduzione. Della figlia Noemi si può osservare esposta “Fiori”, un’elegante composizione floreale rientrante in un genere particolarmente congeniale alla pittrice.


 

Gianetto Biondini chiude la mostra

In chiusura della mostra troveranno spazio le opere novecentesche di Gianetto Biondini (Crema, 1920 – 1981), arrivate da Crema all’inizio del 2024, attraverso la donazione di Giulia Polenghi. Si tratta di sette dipinti che coprono un arco temporale abbastanza ristretto, dagli anni sessanta ai primi anni settanta del secolo scorso. La prima opera del gruppo, “Il platano”, così come pure l’ultima, “Il tronco del platano”, si discostano dalla ricerca espressiva e dagli esiti compositivi che caratterizzano il percorso artistico del pittore cremasco. Le “Fabbriche e Paesaggio urbano” si inseriscono a pieno titolo in quella sua fase geometrizzante nella quale il dato oggettivo viene reinterpretato in una direzione più immaginaria e meno realistica. Altri tre dipinti, denominati “Composizioni floreali”, costituiscono una serie e sono ascrivibili alla sperimentazione già matura degli anni settanta, contraddistinta da un’essenzialità del tratto e da un’atmosfera cromaticamente morbida.


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