22-01-2014 ore 19:30 | Cultura - Storia
di Luigi Dossena

Historiae et Imago Cremae, l’Assedio. Nel gennaio del 1159 i cremonesi pagarono Barbarossa per distruggere la fiera nemica. Prima parte: la dislocazione degli eserciti

L’assedio di Crema fu il più lungo in assoluto in tutto il Medioevo, in Europa. Cade giusto nel mese di gennaio del 2014 l’anniversario degli 854 anni del sacrificio dei nostri concittadini, in particolare per quei 20 appesi alla macchina all’esterno delle mura.

 

Il prezzo per l’assedio

Il nobile sacrificio dei cremaschi assediati riecheggiò in tutte le corti d’Europa. Il 7 gennaio 1159 Federico Barbarossa svernava nel Monferrato, a Occimiano, dove viene raggiunto da una delegazione di cremonesi, che  gli consegnano del denaro: per alcuni 15 mila marche d’argento, per altri 11 mila talenti. E’ il prezzo stabilito per assediare e distruggere Crema, amica di Milano e fiera nemica dei cremonesi e dei disegni dittatoriali dell’imperatore.

 

L’arrivo dei cremonesi

Il 2 luglio i cremonesi imbracciano le armi e arrivano il 7 luglio nei pressi di Crema. Era un giovedì. Il 10 luglio, Federico con tutto il suo esercito si acquartiera dislocando strategicamente le truppe. Lunedì 13 luglio, festa di Santa Margherita, Barbarossa, con più di 300 cavalieri teutonici si reca a Lodi, dove rimane fino a sera, per affinare le strategie e pianificare i rifornimenti.

 

I figli di Arnaldo

Intorno alla città, oltre ai soldati c’erano anche i seguaci dell’eretico Arnaldo da Brescia, chiamati i figli di Arnaldo, che quotidianamente, giorno e notte molestavano i cremaschi lanciano pietre all’interno delle prime mura di Crema, le prefedericiane. L’imperatore si accampò tra porta Serio e porta Ripalta fino a oltre il Serio, all’epoca superato da un ponte di legno.

 

Il Magolzo

I cremonesi si erano invece insediati a porta Ripalta e porta Ombriano, dove avevano iniziato a costruire la macchina da guerra, alta 40 metri. Il fratello del Barbarossa, Corrado, con molti nobili teutonici si accampò a porta Ombriano, col duca Corrado ed il conte palatino Ottone. Il duca Federico, figlio del re Corrado, con altri signori tra porta Ombriano e porta Pianengo, dove c’era il Magolzo, un’antica torre che per l’assedio faceva da ricettacolo dei principi teutonici.

 

La cronaca dell’assedio

I pavesi alleati del Barbarossa posero le proprie tende fra Porta Pianengo e porta Serio. La città era interamente accerchiata. La cronaca dell’assedio e della fiera resistenza dei cremaschi nella prossima puntata.

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