Nei pressi della cascina Ca’ Nova venne trovata da don Angelo Aschedamini, il parroco archeologo, una ammonite fossile risalente all’era Mesozoica, precisamente al periodo chiamato Giurassico; questa ammonite risalirebbe a 150/180 milioni di anni fa: parrebbe la voce più antica giunta sino a noi dal mondo perduto.
L'homo offanenghensis
Sempre trovate alla Ca’ Nova, ma più vicino a noi, sono le selci, reperti preistorici databili fra 6-8000 anni fa: pietre scheggiate usate dall’homo offanenghensis che trafficava nei pressi del Dosso della Luna, località Portici e del Calcagnino nel territorio di Romanengo. Questi reperti furono trovati dagli scolari di Offanengo guidati magistralmente da don Aschedamini.
Il Dosso della Luna
Presso il Dosso della Luna, sito nella parte meridionale di Offanengo al confine con Ricengo e adiacente alla Boscaiola, vennero alla luce splendide selci del tipo musteriano, risalenti anch’esse tra i 6-8000 anni fa. Sul Dosso della Luna (oggi purtroppo scomparso) venne ritrovata inoltre una selce piromaca che serviva per accendere i fuochi.
Gli scavi del Bosco Vecchio
In un campo chiamato Bosco Vecchio venne scoperta un’ascia levigata: era un manufatto neolitico di circa 4-6000 anni, oggi al museo civico di Crema. Nel 1963 venne scavato il noto sito longobardo e vennero recuperate dal sepolcreto barbarico vari oggetti fra cui due crocette d’oro. Tratteremo questo scavo dettagliatamente in un’altra puntata.
Le origini longobarde
Offanengo è chiaramente di origine longobarda e notiamo la una preposizione AU variamente composta: au indicava un luogo posto più in alto, un promontorio, un dosso, ecc, mentre engo significava dentro l’acqua corrente. In quei tempi, prima che arrivassero i Longobardi a Offanengo vi erano due promontori che facevano da contralto ad altri di minor possenza e che dividevano in due l’insediamento.
Offanengo Maggiore e Offanengo Minore
Erano chiamati Offanengo Maggiore (sul quale troviamo la Chiesa di Santa Maria della Purificazione) e Offanengo Minore (la Chiesa di San Lorenzo). La documentazione afferente a si evince a partire dal 905 quando in un documento si parla dei beni del monastero di Santa Giulia a Brescia, ed Offanengo è citato come Corte Obeningo.
Verso l'anno 1000
In seguito: anno 947 “(signum) walcherii et ariberti germanis de loco Ausoningo testes”; anno 966, in una permuta fra il conte Virfredo e il vescovo di Cremona troviamo “pecia de terra in loco et fundo Aufoningo”. Anno 973 un perito estimatore di nome Radaldus de Aufoningo stende una permuta fra Alberico e il vescovo di Cremona. Anno 981 in “Aufenengo” vi erano i beni del monastero bs di San Salvatore che l’imperatore Ottone II conferma su desiderio dell’Imperatrice Adelaide da Capua.
La corte di Offanengo
Anno 993 il prete Arnolfo di Vidolasco scrive al Vescovo di Cremona Olderico per una permuta di un campo di 120 pertiche di terra e parte di bosco siti in loco Ardexole prope Apponingo. Anno 999 Adelaide Imperatrice e moglie di Ottone II dona al monastero di San Salvatore in Pavia trentasei corti poste fra il lodigiano e il Cremonese, fra esse vi è una corte in Offenengo. Fonti: Offanengo. Ricordi, tradizioni e briciole di storia don Angelo Aschedami