21-10-2022 ore 16:25 | Cultura - Mostre
di Gloria Giavaldi

Una bizzarra bellezza, la mostra di Emilio Mantelli è la grandezza racchiusa nei dettagli

“Nell’espressionismo di Mantelli, non privo di raffinatezze, risoluto e primigenio e insieme libero e personale, si innesta, perturbante, un decadentismo déco, dai toni ora superbi e ora malati di tinte acide o sgargianti, di modernità e novità assoluta, che lasciava presagire, in prospettiva, una evoluzione del tutto personale spinta a un decorativismo aspro ed essenziale”. Così il curatore della mostra di grafica Una bizzarra bellezza Edoardo Fontana ha definito lo stile di Emilio Mantelli. Personale, sobrio, semplice. E al tempo stesso grande, Mantelli ha attinto dalla scuola italiana e non ha tradito gli insegnamenti della scuola giapponese. Ha appreso tutto o tanto da Adolfo De Carolis per spingersi poi al modernismo. L'esposizione che verrà inaugurata sabato 22 ottobre alle ore 17.30 presso le sale Agello del museo civico di Crema è resa possibile grazie “all'importante lavoro messo in atto dal museo civico di Crema, un gioco di squadra partito un anno fa” e alla sinergia con collezionisti privati ed istituzioni pubbliche che hanno permesso di realizzare una organica catalogazione delle incisioni dell’artista e una analisi della sua personalità.

 

Pittura e xilografia

Eclettico, capace di lasciare il segno nel corso del Novecento, con una produzione intensa ma fulminea, Mantelli ha lavorato dal 1911 al 1918, anno della sua morte. Dopo l'oblio. Difficili i tentativi di ricostruire la poetica di un artista, di cui “si sa pochissimo”. Perché pochissimi sono i documenti a nostra disposizione. Tutti o quasi, tra lettere, bozze, quadri e poi xilografie per un totale di 250 pezzi esposti a Crema. In una teca è custodita persino una lettera dell'artista alla moglie “per raccontare e comprendere davvero, finalmente, oltre gli stereotipi il suo essere umano”. Introducono la mostra un gruppo di dipinti e pastelli provenienti dalle collezioni civiche della Galleria d’arte moderna di Genova Nervi, della palazzina delle arti L. R. Rosaia della Spezia e della Galleria d’arte moderna Paolo e Adele Giannoni di Novara. Oltre alle maggiori xilografie di Mantelli, tra cui La rissa, I mercanti, Le filatrici, Balia bretone, Autoritratto, Vittoria Alata, e la serie di opere dedicate al fronte della Prima guerra mondiale, saranno esposti i volumi da lui illustrati (fondamentale il contributo delle biblioteche di Cremona, Forlì e Livorno) e le riviste: si impone per quantità e ricchezza di contributi L’Eroica, dove le sue incisioni sono state pubblicate, stampate dalle matrici originali. L’Eroica, nel periodo precedente la Prima guerra mondiale, fu un vero laboratorio di xilografia, raccogliendo tra le sue pagine i maggiori artisti italiani e stranieri che a questa si dedicarono.

 

Maestri

Attingendo a importanti collezioni private − cruciale il prestito proveniente dalla raccolta di Carla Conforto e Agostino Pagano di Milano che annovera nel suo catalogo alcuni dei pochi disegni conosciuti di Mantelli − è stato possibile ottenere inedite prove di stampa annotate dallo stesso artista e di incisori suoi contemporanei: per inquadrare la figura di Mantelli una parte della mostra è, infatti, dedicata a una panoramica sulla xilografia italiana del Novecento e sull’incisione europea che, dalle fonti secessioniste, si volgeva all’espressionismo e a nuove tendenze. Spazio poi ai suoi maestri, tra cui Giovanni Fattori in mostra con un'opera della collezione Stramezzi appartenente al museo civico.

 

Un riferimento

“Diverse opere sono state esposte a seguito di un importante lavoro di restauro o di recupero attuato dal museo civico” ha spiegato la coordinatrice dell'esposizione Silvia Scaravaggi. L'assessore alla cultura Giorgio Cardile ha ricordato come questa mostra “si inserisca nel solco di un percorso che ha reso la nostra città riconoscibile a livello nazionale soprattutto per esposizioni dedicate alla grafica. Grazie a chi ci ha lavorato per più di un anno”. L'assessore all'istruzione Emanuela Nichetti, già assessore alla cultura, ha ricordato con una certa emozione “l'ultima mostra ascrivibile al mandato precedente. Un'occasione per il nostro museo di interfacciarsi con varie realtà importanti a livello nazionale. La nostra struttura – chiude Nichetti – sta diventando sempre più riconoscibile anche da questo punto di vista”. La mostra è accompagnata da un catalogo e sarà visitabile fino al prossimo 11 dicembre nei seguenti orari: martedì 14.30-17.30; da mercoledì a venerdì 10.00-12 e 14.30-17.30; sabato, domenica e festivi 10-12 e 15.30-18.30. Ingresso gratuito e libero.

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