Secondo le fonti storiche Cremasche, la torre Pretoria sembra sia stata innalzata nel 1286 dai guelfi cremaschi e tra le costruzioni non ecclesiastiche, sarebbe essere la più antica. Ha un arco a sesto ribassato, quello che alcuni chiamano ‘scemo’, insistente su semicolonne con capitelli cubici, proprio sotto la sala del consiglio comunale.
Il rintocco della campana e le antiche abitazioni
Le adunanze erano indette dal rintocco di una campana in bronzo, che rimase appesa sino a 89 anni fa, posta al secondo piano sopra il balcone. Questa consuetudine cessò il 28 marzo 1808, da allora viene esposta una bandiera, naturalmente mutante. Una seconda tesi, racconta che il palazzo Pretorio fu costruito fra il 1553 e il 1555, sulle fondamenta di antiche abitazioni e anche per la torre Pretoria non si hanno notizie dell’architetto che fece i progetti, come è consuetudine dei mestieri Cremaschi.
Il cappio e l’esplosione della polveriera
Nel 1634 venne sostituito il portone in legno dell’ingresso allo scalone con il magnifico ingresso in marmo, che ancora oggi si può ammirare. A fianco del portone pendeva una corda con un cappio , usata sulle persone che avevano commesso un reato. Nel 1864 questo strumento di tortura venne spostato sotto il voltone del Torrazzo . Il 13 aprile del 1668, il palazzo Pretorio, sede di una polveriera, saltò per aria: l’esplosione fu così devastante che fece numerose vittime e molti edifici adiacenti subirono delle lesioni e visto che era la diciassettesima volta che esplodeva, la giunta comunale decise che era finalmente venuto il momento di spostarla in un luogo più sicuro.
Dal podestà al sindaco
Nel palazzo Pretorio risiedeva il Podestà, proprio dove oggi si trova l’ufficio del sindaco. Nella torre Pretoria il podestà presiedeva l’alta corte, composta da un camerlengo e da un giudice. Le udienze si svolgevano in piazza Duomo ed in seguito nel palazzo pretorio, venivano annunciate da scampanellate e da squilli di tromba e si tenevano nella sala Moceniga: costruita nel 1553, sede del podestà di Crema, in onore del Doge di Venezia Luigi Mocenigo.
Il simbolo del potere
Il leone di marmo, simbolo del potere veneziano, era collocato nel 1490 presso porta Ripalta. Venne in seguito trafugato dai francesi nel 1509 , dopo la battaglia di Agnadello e lasciato nei pressi di Asti, dove restò fino al 1557, quando fu riportato a Crema e l’anno seguente issato laddove adesso troneggia: sulla torre Pretoria, dove rimane indisturbato sino al 1797. Arrivano di nuovo i francesi e per non farselo rubare un’altra volta i cremaschi ricoprono il leone con uno strato di calce. Passa qualche annetto e finalmente il leone riappare nel 1881 durante un restauro, che lo riporta all’originario splendore.