20-11-2023 ore 20:28 | Cultura - Musica
di Giulia Tosoni

Crema. Canti nel chiostro: un fine settimana dedicato ai canti delle monache del '600

Nelle giornate di sabato 18 e domenica 19, la città di Crema ha voluto rendere omaggio ad una parentesi storica e culturale del territorio tanto importante quanto sconosciuta, con l’iniziativa Canti nel chiostro, organizzata dall’ensemble Concinentes della città. Un viaggio tra storia e musica pensato per puntare la luce e far conoscere le inedite tradizioni musicali del cremasco in ambito compositivo.

 

La vita delle monache del ‘600

Il professore Vincenzo Cappelli e la dottoressa Candace Smith, nel pomeriggio di sabato hanno tenuto una conferenza per approfondire la vita delle monache e la storia dei conventi cremaschi. Nel 1640 la città di Crema contava sei conventi femminili su una popolazione di sei mila abitanti. È proprio in questi conventi che si sviluppa l’arte canora, arte di vitale importanza: la voce in quel periodo rappresentava l’unico strumento utile alle monache per far sentire la propria voce. Le composizioni comprendevano parti dedicate a tenori e bassi (scelta fatta per poter avere un mercato più ampio), solitamente dedicate a delle voci maschili. Per poter eseguire queste parti, nelle clausure si impiegavano voci basse femminili, molto rare e venivano integrati strumenti come il trombone.

 

La musica nei conventi

L’auditorium Manenti, nel pomeriggio di domenica 19 ha ospitato in concerto l’ensemble Cappella Artemisa, gruppo di donne cantanti e strumentiste che hanno eseguito la musica dei conventi italiani del XVI e XVII secolo. Cappella Artemisa prende il nome dalla pittrice Artemisa Gentileschi, artista affermata del XVII secolo. Il repertorio messo in atto domenica ha compreso opere scritte dalle monache ma anche opere destinate all’esecuzione nei conventi composte da uomini, tra cui il Surge filia sion di Fra Sisto Reina.

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