20-10-2024 ore 20:07 | Cultura - Mostre
di Andrea Galvani

Vampiri in mostra a Crema: oltre gli oceani del tempo, molto fascino e altrettanto terrore

Dai primi sussurri, appena accennati, perché il solo nominarli terrorizzava adulti e bambini, fino alla ribalta del grande schermo, non c’è che dire: di strada ne hanno fatta davvero molta. Tacendo poi di quanta gloria e di quanti onori, meritati o posticci, come sovviene nel mondo moderno, si siano circondati. Per mare o per terra, sfruttando un involontario passaggio o grazie al battito delle loro ali affusolate, inizialmente descritti come esseri informi, gonfi e di carnagione scura, quelli che i serbi ed i croati nel 1600 battezzarono vampir, finiscono per differenziarsi per sesso e stile, andando ad incarnare caratteristiche e fisionomie alla bisogna. 

 

Molto fascino e altrettanto terrore

Vien quasi da confessare che ogni epoca, ogni provincia, contea, borgo o villaggio, se ne sia costruito (almeno) uno su misura. Hanno però un tratto comune: si nutrirebbero di energia vitale, il latte nei primordi e il sangue di epoca più recente, incrementando, se possibile, la capacità d’incutere nella plebe superstiziosa, grandi pruriti, molto fascino ed altrettanto terrore. Del resto ciò che seduce e svia dall’ordine costituito, da ciò che è indubitabilmente prefissato per ciascuno, ciò che solletica il piacere, se non proprio il gusto, di disporre appieno di se stessi, dei propri gusti e dei propri orizzonti, non può che essere oggetto di maldicenze e furibonde campagne. Eccoli quindi torce in pugno, coraggiosamente in branco, affaticarsi in ronde per tentare di annientarne l’esistenza. Del resto dormivano nei loro antri bui, ben lungi dalle gotiche bare di morbido e regale velluto viola dei tempi moderni. Chi aveva l’ardire o soprattuto la sventura di incontrarli durante il riposo diurno, immancabilmente inorridiva di fronte al loro nobilissimo, funereo pallore, restando pietrificato alla vista di quel filo di sangue smeraldo, che colava luccicante dalle loro labbra, lievemente socchiuse in un diabolico sorriso.

 

Suadente e pericolossimo percorso

La mostra inaugurata a Crema accompagna il visitatore in un affascinante e va da sé, magnificamente suadente, orrendo e pericolosissimo percorso, minuziosamente lastricato con oltre 200 opere. Sono state raccolte grazie ad un lungo e corale lavoro: provengono dal patrimonio comunale cremasco e sono impreziosite da due dozzine di enti pubblici e collezionisti locali e internazionli. Tra le teche cremasche e nello splendido catalogo dell’esposizione, firmato da Silvia Scaravaggi, Edoardo Fontana e Lidia Gallanti, è un delizioso piacere ritrovare questa lunga storia umana distillata tra incisioni e litografie, poster e romanzi, ex libris, tavole ed acquerelli. E poi le pagine di Sheridan Le Fanu, che con Carmilla, nel 1872, anticipò Bram Stoker e il suo Conte Dracula, raccontando le gesta di una protagonista emancipata e indipendente, realmente perturbante per quel mondo ottuso che ‘non muore e continuamente ritorna’: una vampira strabordante fascino e sensualità. Decisamente troppo. Pittori e poeti, musicisti e registi si sono lasciati sedurre, hanno assaporato e alimentato il fascino senza tempo di questo antico, elegantissimo mordicchiatore: ai perbenisti domenicali odierni farà piacere ricordare che il vampiro rifugge la violenza e non entra mai nelle camere delle signorine se non viene esplicitamente invitato. Quantomeno nell'universo vittoriano. L’ingresso all’esposizione presso il museo di Crema è libero e gratuito fino al 12 gennaio 2025. Impossibile nascondersi. Sappiate che per trovarvi è in grado di attraversare gli oceani del tempo.

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