20-07-2024 ore 20:31 | Cultura - Manifestazioni
di Annamaria Carioni

Casa di camperia. Al via tra gli applausi, dentro il querceto secolare, il Festival sul Serio

Caronte dilaga ovunque con il suo alito infuocato: 38 gradi all'ombra. I più sportivi o dinamici cercano refrigerio in piscina, quella di casa o quella comunale. Molti stazionano nei supermercati, godendosi la climatizzazione a costo zero. Altri annaspano nelle auto arroventate, dopo aver trascorso una giornata di lavoro in giacca e cravatta a 18 gradi. E poi c'è un manipolo di coraggiosi volontari, che sfida afa e sole a picco fino al tardo pomeriggio per un'idea, un desiderio, un sogno. Ma quale?

 

La casa di camperia
C'è un luogo a Crema, che pochi, purtroppo, conoscono: è la casa di camperia, di proprietà del Parco regionale del Serio. Qui già da qualche anno si svolgono attività con le scuole. Tuttavia, la città ed i suoi abitanti sembrano non essersi ancora accorti di questa oasi di pace e di bellezza naturalistica. Eppure, spostandosi lungo il viale di santa Maria, dai giardini di porta Serio verso la basilica, basterebbe imboccare la prima traversa a destra, subito dopo il canale Vacchelli, per trovarsi in un luogo di meraviglia: un querceto secolare, verdeggiante, ombroso, racchiuso e protetto da un lato dalle acque gorgoglianti del fiume Serio e dall'altro da uno spazio, ristrutturato da poco, curato e gestito dall'ente Parco.

 

Il festival sul Serio
Ecco che il desiderio di questi arditi volontari di regalare una festa, anzi un festival alla città si realizza, trova forma, incontrando proprio questo luogo magico: gli amici de La Compagnia delle Quattro Vie, l'associazione culturale e teatrale di Crema, che da quasi trent'anni calca le scene con commedie dialettali e recentemente anche musical, guidati e spronati dal direttore artistico Egidio Lunghi Giovanni, trovano in Basilio Monaci, presidente del Parco del Serio e nei suoi collaboratori, la giusta sinergia per concepire e realizzare la prima edizione del festival sul Serio. E più sul Serio di così non potrebbe essere: il fiume lambisce gli spazi e fa da colonna sonora con le sue acque, mentre i volontari lavorano sul serio per allestire e gestire il festival.

 

Volontari in festa
"Siamo arrivate alle 16 per tagliare i meloni e le angurie. Il caldo era opprimente, sì, ma è bello lavorare insieme, infonde energia positiva" dicono Nadia e Anna, armate di lunghi coltelli affilati. "C'è voglia di stare insieme, di fare quattro chiacchiere - sostiene Giulia, mentre affetta il culatello - "Ho fatto questo lavoro per tanti anni, ora ne ho quasi ottanta, sono in pensione, ma sono contenta di dare una mano". Bruno e Laura, organizzatissimi, si occupano della griglia: piatto, tovagliolo, francesino tagliato in due per il lungo e sopra una gustosa salamella cotta a puntino. Maddalena serve un caffè freddo a detta di tutti speciale, mentre Ugo è un factotum e aiuta dove serve. C'è chi spilla le birre, chi frigge le patatine, incurante della calura raddoppiata, chi prepara le rosette con il salame, rigorosamente nostrano, o con il tacchino, perché bisogna cercare di incontrare i gusti di tutti. C'è chi ha pensato alla delicatezza di mettere sopra ogni tavolo un bicchiere con una candelina di citronella, che alla fine crea atmosfera, perché di zanzare non se ne vedono.

 

Proposte spettacolari
Dal querceto arrivano le voci amplificate degli artisti. Tutti hanno accettato di partecipare a titolo gratuito, condividendo l'idea di regalare cultura e leggerezza agli spettatori: teatro, danza, musica, esibizioni sportive, dal karate al pilates, e di ballo, dal tango al country. I volontari hanno persino la sfrontatezza di proporre un reading party per un relax intelligente e stimolante a 360 gradi. L'apertura della prima serata è toccata all'Asd Atlas, con tutti gli allievi di bianco vestiti, dai piccoli fino agli adulti, che hanno offerto una dimostrazione di questa disciplina, poi il giovane Alessandro Carioni, intervistato dalla spigliata amica Stella Ferla, ha presentato il suo libro “Il contagio del male” ed infine è stata la volta di due regine del panorama dialettale cremasco: Lina Casalini Maestri e Federica Longhi Pezzotti hanno declamato con le loro voci carismatiche le più belle poesie della tradizione in vernacolo. Accompagnate mirabilmente dai maestri Marco Sonzogni e Gigi Barbati, le due poetesse hanno emozionato i presenti, in particola modo quando hanno ricordato il caro Patriarca da la lüna Francesco Maestri a due mesi dalla scomparsa.

 

Chi glielo fa fare?
Con gli occhi pieni di verde e di azzurro, così immersi in una natura fresca e amica, la fatica sparisce e il caldo rimane in sottofondo: il vociare gioioso delle persone, coppie, gruppi di amici, famiglie con bambini, che si fermano a mangiare qualcosa o a guardare gli spettacoli ripaga di tutto.
La soddisfazione è grande: lo stare insieme, il fare insieme, il progettare insieme, il condividere insieme... insieme, una parola che forse, dopo la terribile esperienza del Covid, dobbiamo tornare a praticare. 

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