“A fronte dei notevoli livelli di attenzione e precauzione ancora richiesti dall’emergenza Covid, benché in progressiva attenuazione, la Caritas diocesana e la Pastorale giovanile han ritenuto di non organizzare – come nei cinque anni precedenti – i Campi estivi in Albania e Calabria nell’ambito del progetto Young Caritas Crema. Non volendo tuttavia far venir meno l’opportunità di vivere un’importante esperienza di volontariato è stato ideato Giovani on the road a km zero. “Rivolto a giovani dai 16 ai 26 anni – spiega Fabrizio Motta, operatore Caritas referente del progetto – consiste nel condividere per due settimane alcune attività all’interno del mondo Caritas diocesano.”
La possibilità di scegliere
Per aderire basta compilare il modulo (cliccando qui) indicando le settimane tra i 29 giugno prossimo e il 28 agosto in cui si è disponibili a vivere l’esperienza, scegliendo l’ambito nel quale cimentarsi: Custodia del creato dedicandosi ad attività come gli orti sociali o a lavori attinenti la pulizia di spazi verdi; Servizio al prossimo coadiuvando nella distribuzione di pacchi alimentari e vestiti, o affiancando gli operatori nelle strutture di accoglienza; Cura dei luoghi svolgendo piccole manutenzioni ad ambienti di ospitalità della Caritas. Per informazioni più dettagliate si può scrivere a [email protected] oppure contattare direttamente Fabrizio al numero 349 1548039.
Il colloquio
“Tutti gli interessati saranno contattati per un colloquio conoscitivo e per concordare il periodo in cui inserirsi per l’esperienza, considerando che, per garantire la massima tutela e il rispetto delle norme anticovid, siamo in grado di accogliere per ciascun turno un massimo 6 persone, che in tutti i servizi saranno sempre affiancate da un operatore”. Il servizio inizia il lunedì con una formazione preliminare e si conclude il venerdì con un momento di condivisione per conoscersi meglio e fare gruppo.
Arricchimento
“Questi campi estivi – sottolinea il direttore Caritas Crema, Claudio Dagheti – sono un modo per i giovani di occupare il proprio tempo libero in maniera costruttiva e dedicata agli altri, attraverso un’esperienza che comunque arricchisce chi la intraprende. La relazione col povero infatti non può lasciare indifferenti ed è un’occasione di crescita. La proposta di farli in città nasce nell’emergenza. Resta indubbia la valenza degli scorsi anni di un’esperienza all’estero, perché permette di confrontarsi con un’altra cultura, ma riteniamo che incontrare le povertà presenti pure da noi possa essere un’opportunità per i giovani di scoprire quanto sia arricchente rispondere ai bisogni anche in ambito locale”.