20-03-2024 ore 20:45 | Cultura - Teatro
di Annamaria Carioni

'I Promessi Sposi Show' di Maurizio Colombi: l'opera di Manzoni in musica, danza e comicità

Giovedì 19 marzo il teatro san Domenico di Crema ha messo in scena I Promessi Sposi Show, lo spettacolo ideato e diretto da Maurizio Colombi, con una rappresentazione al mattino per le scuole ed una replica serale per tutto il pubblico. Ispirato al celebre romanzo di Alessandro Manzoni, lo show è una lettura originale e moderna del capolavoro della letteratura italiana, del quale ripercorre in chiave di parodia gli episodi più significativi,  in una scanzonata pièce teatrale dove prosa, danza e musica si intrecciano mirabilmente: tradizione e modernità, lingua delle origini e linguaggi multimediali,  sentimenti, desideri e passioni, che sono comuni a uomini e donne di ogni tempo, il tutto servito sul vassoio della leggerezza, della spensieratezza, per rendere appetitoso il piatto e “il sugo della storia”.

 

La trama
Raccontare la storia dell'opera più famosa di Manzoni è quasi imbarazzante, tanto è nota a tutti: le vicende sono ambientate nella Lombardia seicentesca sotto la dominazione spagnola in un territorio compreso tra il lago di Como e le città di Milano, Monza e Bergamo. Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, i due giovani protagonisti, vogliono sposarsi, ma il parroco Don Abbondio si lascia intimorire dalle minacce dei bravi, sgherri inviati da Don Rodrigo, il signorotto locale ossessionato dal desiderio di avere per sé la ragazza. Questo è l'incipit, che causa l'allontanamento dei due sposi promessi e il concatenarsi di una lunga serie di eventi, che costringeranno i due innamorati a confrontarsi con svariate tipologie di personaggi e di avversità.

 

Un romanzo moderno
Forse  a scuola abbiamo mal digerito i 38 capitoli del romanzo, ma l'opera affronta in modo attuale le fondamentali ed immutate tematiche dell'essere: dall'Amore al Potere, dalla Giustizia alla Fede, raccontando l’eterna lotta fra il bene e il male, tra pentimento ed espiazione, tra umiltà e prepotenza, attraverso gli occhi di due giovani, che, loro malgrado, si trovano a dover affrontare la separazione, le angherie dei potenti, la carestia, la peste, i saccheggi dei Lanzichenecchi. Come raccogliere tanta profondità di materia e racchiuderla in un musical, per di più comico? 

 

Parodia anti-boomer
I puristi storceranno il naso, eppure la parodia nasce nell'Antica Grecia come genere letterario che mira a rendere i personaggi e le opere mitiche avvicinabili e comprensibili da chiunque: essa conferma la fama dell'originale e non ne scalfisce in alcun modo la bellezza e la preziosità. Questo sembra essere l'intento, decisamente riuscito, di Maurizio Colombi, autore, attore e direttore artistico della Fondazione San Domenico, che dirige sapientemente il gruppo di affiatati attori, ballerini e cantanti alle prese con divertenti gag in un clima surreale ed anti-boomer. I giovani artisti sono dinamici, pieni di energia, briosi e si muovono sul palco con ritmo e disinvoltura, sia nei ruoli da solisti, sia nelle parti corali. Eccellenti le loro voci, piene, liriche, potenti, che conquistano il pubblico soprattutto nelle esibizioni di canto.

 

Una comicità spassosa
Lo spettacolo si snoda piacevole, con punte di comicità inaspettata e spassosa: attraverso brani inediti, scritti da Paolo Barillari e Davide Magnabosco, e canzoni famose appartenenti al panorama musicale italiano ed estero, come Brava di Mina e  Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri, passando da Dotti, medici e sapienti di Edoardo Bennato a Loredana Bertè e da Thriller di Michael Jackson ai Queen, le ben note vicende si intrecciano con divertenti coreografie, esilaranti digressioni sul tema e un concentrato di dialoghi, che rispettano fedelmente il romanzo originale, ma recitati in modo da esaltare i personaggi fino a renderli caricature grottesche nello stile della commedia dell'arte.

 

Lucia & company
In questa lettura, a tratti irriverente, i personaggi vivono di una nuova luce comica: i bravi, gli scagnozzi di Don Rodrigo, parlano con l'accento tipico dei mafiosi siciliani, la Monaca di Monza assume le sembianze di un'esaltata rockstar dai rossi capelli ricci, sciolti sulla nera tonaca con un profondo spacco, che mette in bella mostra una giarrettiera, il terribile don Rodrigo parla con una sottile vocina da eunuco e persino la peste diventa il gioco infantile del “ti tocco e ce l'hai”. C'è spazio, però, anche per momenti toccanti, come l'addio di Lucia ai monti e al suo paese natio o come la notte di intimo travaglio dell'Innominato, prontamente spezzati da improvvise gag umoristiche.

 

Un'opera inesauribile
Il testo manzoniano, pietra miliare della letteratura italiana, è stato oggetto di numerosi adattamenti artistici: dall'omonima opera lirica di Amilcare Ponchielli, alle svariate versioni per il teatro, il cinema e la televisione. Come non ricordare Totò, Nino Taranto e Macario nel film Il Monaco di Monza per la regia di Sergio Corbucci oppure Il Quartetto Cetra, diretto da Antonello Falqui e in tempi più recenti l'interpretazione comica a puntate del trio Lopez- Marchesini- Solenghi. Gli Sposi Promessi Show si inserisce in questo filone di rilettura di un opera che continua a prestarsi, sempre nuova e sempre giovane, all'incontro con ogni fascia di età e di pubblico. 

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