20-01-2025 ore 19:03 | Cultura - Teatro
di Giovanni Colombi

San Domenico, terminato il restauro del busto di Edallo. Giordana: "un omaggio doveroso"

Negli anni 2000 i locali del sottotetto del mercato Austroungarico sono stati sottoposti a un importante intervento di riqualificazione, che ha consentito la creazione di ulteriori aule e di una nuova scala interna per accedervi. Nel 2014, a poche settimane dalla scomparsa di Francesco “Checco” Edallo, il più grande di questi spazi è stato intitolato alla sua memoria, artista multiforme al quale si deve la fondazione della Compagnia del Santuario. La famiglia, per l’occasione, aveva donato alla Fondazione un ritratto di Checco in terracotta, oltre ad alcuni abiti di scena. Nel pomeriggio la Fondazione san Domenico, alla presenza del presidente Guido Giordana, della consigliera Arwen Imperatori Antonucci e dell'architetto Paolo Mariani, ha presentato il restauro dell'opera. Come sottolineato dal presidente, “siamo molto contenti del lavoro svolto da Mariani. Ci sembra doveroso rendere omaggio ad Edallo che rimane nell’affetto e nella memoria dei cremaschi. Quest’opera è un simbolo importante per il nostro territorio”.

 

 

Il restauro

“Il pregevole busto in cotto – spiega il restauratore - presentava una vistosa soluzione di continuità sul collo proprio nel punto di giunzione tra la testa e il busto. Il cotto detto anche “terra cotta” è un materiale che deriva dalla cottura ad altissima temperatura dell’argilla. Se lavorato e cotto a regola d’arte, come in questo caso, ha una grande resistenza agli agenti atmosferici e agli sbalzi termoigrometrici. Può conservare la sua integrità anche all’esterno e anche dopo secoli. La terracotta però ha un difetto che lo assimila al vetro e che lo porta ed essere fragile alle sollecitazioni di taglio, cioè a tutto quello che è riferibile ad un urto. Le operazioni per il perfetto recupero della preziosa scultura si sono da subito concentrate nel creare una struttura di rinforzo all’interno dell’opera che è, come tutte le sculture in cotto, cava all’interno. Questo è stato possibile con una particolare resina da scultore. A seguire si è proceduto al risarcimento della frattura con una colla sintetica in uso nell’incollaggio di materiali porosi e permeabile immessa per inoculazione. L’operazione ha richiesto molta cautela specialmente nelle fasi di movimentazione data la fragilità dell’opera. L’intervento si è concluso con un puntuale ritocco pittorico ad acquarello”.

 

Il ricordo di Edallo

Entusiasti i membri della Compagnia del Santuario: “ringraziamo la fondazione per l'attenzione e la cura delle opere d'arte di cui sono in possesso. Il busto di Checco Edallo gentilmente concesso dalla moglie Yetta e dal figlio Mattia per noi della compagnia è motivo d'orgoglio e non poteva essere collocata che nella sala a lui dedicata nel teatro che tanto ha amato. In questa opera noi non vediamo solo il suo busto ma contiene l'anima, il cuore, le mani che l'hanno plasmata, le braccia incrociate con lo sguardo che guarda in basso come a dire ‘attenzione che io vi guardo e sono vicino a voi’. Ringraziamo di cuore innanzitutto la persona che si è accorta del problema sull'opera di Checco, l'ex presidente Strada per aver fatto intervenire il restauratore, il signor Mariani, e infine la ditta Soffientini per aver sponsorizzato il restauro.”

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