Guido Giordana è il nuovo presidente della Fondazione San Domenico, ma chiarisce subito che preferisce essere chiamato per nome, come una persona che lavora con impegno fra tante altre. Nei suoi “cinquant'anni e virgola”, come li definisce lui stesso, non ha avuto timore di mettersi in gioco ed ha collezionato significative esperienze di crescita personale e professionale in tutto il mondo. I suoi hobbies sono il giardinaggio, la corsa, la lettura, i “cruciverba molto difficili”, come anche le attività, che svolge quale membro del CdA della Cattedrale e del Rotary, dove si è occupato del progetto della salita al campanile del Duomo e della ricerca degli sponsor.
Fra internazionalità e provincia
Nato a Milano, Guido ha frequentato le elementari nei quartieri di Crema Nuova e Castelnuovo. Dopo la separazione dei suoi genitori, si è trasferito con sua madre a Genova, dove ha studiato alle scuole medie, al liceo e all'università. Uno stage in Olanda, poi il primo incarico alla Fresenius Medical Care Italia di Palazzo Pignano e una casa al confine tra Ombriano e i Sabbioni nel “quartiere delle zucche”: da qui il dirigente ha mosso i primi passi verso una brillante carriera lavorativa, costellata di viaggi e di soddisfazioni. Si esprime con franchezza e con l'umiltà di chi sa e dichiara di avere ancora molto da imparare: ti guarda dritto negli occhi e sorride con disarmante carisma, mentre parla di sé senza riserve.
Progetti all'avanguardia
“La gestione dei primi centri dialisi, il primo nodo internet a Crema, poi due anni a Napoli, dove dirigevo 40 centri dialisi con 300 infermieri, 80 medici e 2000 pazienti. Poi i viaggi in Spagna e Portogallo, Svizzera, Francia, Germania, con importanti incarichi in gran parte dell'Europa, un po' di America e di Africa - continua a raccontare con entusiasmo e generosa condivisione - Ci sono delle costanti in tutte le culture; nel mondo clinico-medico in particolare certi patterns si ripetono, anche se con differenti sfumature locali, che devi comprendere.” A partire dal 2016 Giordana lavora per tre anni in Humanitas, finché non viene richiamato in Fresenius per ricoprire un ruolo manageriale di elevata qualificazione e torna stabilmente a vivere in territorio cremasco.
Strategie d'azione
Segno zodiacale Leone, ascendente Ariete, il manager approda alla Fondazione “cuore culturale della città”, affrontando questa nuova sfida “in casa” con tenace determinazione e instancabile passione, caratteristiche tipiche dell'elemento fuoco: espone le sue idee in modo deciso, razionale, equilibrato, ma allo stesso tempo vibrante. E' di fresca nomina, eppure ha già avuto modo di farsi un'idea complessiva dello stato dell'arte, di analizzare criticità e prospettive e tradurle in concrete strategie d'azione: da una cartellina azzurra e blu, intonata con camicia e giacca, estrae colorati funzionigramma, business plan, mappe concettuali, da cui parte per illustrare le sue idee di project management, applicate alla realtà del San Domenico.
Il passaggio di consegne
Chiedo a Giordana come sia avvenuto il passaggio del testimone e lui spiega che è stato cordiale e non di tipo operativo, perché nello specifico si confronterà con lo staff: “Con il presidente uscente Strada ci siamo trovati sui principi e sullo spirito che dovrebbe animare le attività della Fondazione, quindi no ai personalismi, sì al gioco di squadra. La macchina funziona bene e non voglio fare il manager che esamina le minutaglie, però bisogna fare un po' di ordine: più standardizzazione, più efficienza, una più precisa definizione dei ruoli, la stesura di un regolamento sull'utilizzo del brand Folcioni e molto altro”.
Ristrutturazione aziendale e nodo Folcioni
Anche su questo punto, Giordana mostra di avere idee chiare: “Si tiene ciò che funziona, si rinnova ciò che deve essere svecchiato, si riallocano le risorse umane, strumentali e di budget. E' il caso della Scuola Civica di musica Folcioni, che necessita di un riposizionamento strategico: chi siamo, cosa vogliamo essere, siamo sicuri di essere sulla strada giusta? La mission è data dallo statuto, come realizzarla dipenderà dalle scelte del CdA”. Indagini approfondite sui target di utenti e sugli stakeholders, rebranding generale ed eventuale creazione di sub-brands specifici, utilizzo degli spazi anche per nuove attività, come per esempio meeting aziendali: queste sono solo alcune delle molteplici possibilità di espansione dell'offerta.
Tempo per fare
Consapevole del proprio ruolo, il neo presidente si mostra empatico ed autorevole, un po' come quando parla ai suoi discenti nei master in Bocconi e deve tenere vivo l'interesse: “Non ne so di musica e neanche di teatro, ma so di organizzazione. Fantasia, regole chiare e condivise e spirito di collaborazione, questa è la mia ricetta. “Il tempo per fare tutto dove lo trovi?” gli chiedo ammirata da tanta energia prorompente. “Il tempo si trova, si trova” mi risponde con un sorriso convinto e carico di sfide e propositi, da cui trapela la volontà di fare e di fare bene a servizio della cultura e della città.