Lì, dove il tempo sembra riavvolgersi, rivive la storia del nostro territorio. È un tempo lontano, ma che fa parte di noi. Al presepe dei Sabbioni, come ogni anno, i piccoli stringono le mani dei nonni e i racconti non accennano a finire. “Siamo tornati anche quest'anno” racconta una signora “perché il bimbo ci teneva molto. É una tradizione da onorare per respirare la magia del Natale”. Il presepe dei Sabbioni “è casa”. Per i giovani “è l'occasione per staccare dalla tecnologia” e respirare la vita di un tempo. Quella che le persone più anziane sentono più vicina. Sentono sulla pelle. È fatta di mestieri artigianali, di legno, di farina, di pane, di bontà costruita a suon di sacrifici. “Il tentativo – riuscitissimo, possiamo dirlo senza timore di essere smentiti – di Giovanni Alghisio è stato quello di raccontare la nostra storia. La storia della vita che si rinnova, non solo nel tradizionale presepe, ma nella vita quotidiana di ciascuno di noi” ci dice il volontario Oliviero Marin.
La magia del Natale
Alghisio è partito da poche statue e ne ha racimolate più di 300. “Ora, nostra responsabilità, è far vivere ogni anno con l'impegno di tanti questa meraviglia” spiega Gabriele Pagliari. “Quest'anno abbiamo aggiunto la curidura, un oggetto peculiare che nemmeno io conoscevo: serviva per aiutare i piccoli mentre imparavano a camminare”. La curiosità si avverte negli occhi dei bimbi e dei grandi. Lo stupore vive negli occhi che brillano e che non accennano a spegnersi. Il presepe dei Sabbioni “conquista persone da ogni parte d'Italia”. Persino i Babbi Natale hanno fatto visita, non si può mancare. Tra un buon te caldo e un vin brulè, la magia del Natale è viva. Buone feste.