17-12-2023 ore 15:22 | Cultura - Tradizioni
di Annamaria Carioni

Ombriano: l'oratorio propone bancarelle e villaggio di Natale dal sapore contadino

Il Natale è l'attesa di un Bambino, che torna a nascere nel freddo di una stalla, tra le braccia di una madre e di un padre, che hanno risposto il loro sì ad un progetto di vita strabiliante. Cosa c'è di più essenziale? L'amore, l'amore incondizionato, il dono più grande che abbiamo ricevuto e che a nostra volta possiamo offrire a chi ci sta vicino. Ecco che allora il Natale diventa un dialogo con noi stessi, con quel bambino che è dentro di noi e che ci consente di non perdere mai la speranza, di continuare a guardare il mondo con occhi incantati, di cogliere la meraviglia del creato ed il mistero dell'altro.

 

L'essenziale
In un momento dell'anno in cui corriamo concitati alla ricerca dei regali perfetti e ci auguriamo di riceverne a nostra volta, la parola chiave è ”togliere”: sembrerebbe un pensiero controdeduttivo, ma non è così, è denso di orizzonti di senso. Se la delicata volpe, amica del Piccolo Principe, che penso tutti abbiamo incontrato almeno una volta nella nostra vita, ci ricorda che “L'essenziale è invisibile agli occhi”, allora possiamo provare anche noi a mettere in atto questa magia. Don Stefano Savoia, curato della popolosa parrocchia di Ombriano, sembra volercelo proporre con delicatezza ed entusiasmo e, insieme a lui, sembrano crederci i numerosi volontari, che si sono resi disponibili.

 

Il villaggio di Natale
Come ogni domenica le campane della chiesa parrocchiale, dedicata a santa Maria Assunta, chiamano i fedeli alla messa, ma stavolta questo suono è amplificato dal sordo tintinnare dei campanacci. E' possibile raggiungere la piazza, accanto all'oratorio, esclusivamente a piedi ed ecco che una sorpresa davvero suggestiva attende chi sfida il freddo pungente di una giornata tipicamente dicembrina: lungo via Chiesa si entra in un villaggio di Natale di altri tempi. Non ci sono luminarie scintillanti e nemmeno figuranti in abiti natalizi: c'è tutto il calore del mondo contadino, delle nostre radici, di un modo di vivere più lento, più solidale, che è appartenuto ai nostri nonni e che noi rischiamo di dimenticare.

 

La generosità dei volontari
C'è un braciere che arde nel cortile dell'oratorio, ci sono i volontari della S. Vincenzo, i catechisti e i ragazzi, che si sono impegnati assiduamente per realizzare oggetti e dolci e per mettere in piedi i vari stand e ci sono i volontari baristi, che servono aperitivi e bevande calde ai tanti visitatori. A pochi metri da loro ci sono Carlo, Giuseppe, Peppino e Battista con il gruppo di ragazzi bresciani che, partendo da Pontoglio, Cividate, Palosco e Palazzolo, sono venuti con trattori e rimorchi per ricreare anche a Crema il villaggio contadino di Natale, che dal 2000 portano in varie località. E' bello fermarsi a scambiare due parole in mezzo a loro: il mio cappotto rosso si infiamma in mezzo ai loro mantelli a palandrana di nera stoffa di lana, è un incontro inatteso, semplice e genuino, come sincero è ciò che si respira oggi per strada.

 

 

Un passato che vive
E' un tuffo in un passato, che ha solide radici nella terra, nel lavoro dei campi, nelle scartusàde, nelle pastòce raccontate ai più piccoli nelle stalle: sono disposti in bella mostra attrezzi ed utensili, che dimostrano quanto il lavoro manuale sia stato sostituito dall'automazione, ma che nel contempo instillano un po' di nostalgia, perché fanno riflettere sul fatto che la maggior fatica fisica era sicuramente accompagnata da una minore alienazione. Ammirare i cavalli e i buoi, in tutta la loro possenza e mitezza, respirare l'odore del fieno, ascoltare il vociare allegro dei bambini, che guardano e commentano, curiosi e stupiti, riscalda il cuore. 

 

È davvero Natale
Le campane rintoccano il mezzogiorno. E' ora di tornare a casa a preparare il pranzo domenicale. Soffio sulle mani congelate e mi giro a salutare quelle belle persone che, incuranti del freddo, testimoniano con la loro presenza un profondo senso di appartenenza, di comunità, di bellezza dello stare insieme, di gioia nel condividere una quotidianità povera, eppure incredibilmente ricca. Mentre cammino verso casa, per la prima volta sento davvero che sta arrivando il Natale, in un'umile stalla, nella strada del tuo quartiere, ovunque ciascuno di noi può trovare e donare ciò che è davvero essenziale.

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