C'era o non c'era? Era un drago o una draghessa? Era un mostro cremasco, lodigiano, milanese o cremonese? Narrano che il fondatore della casata dei Visconti lo uccise e da quel fatto trasse il biscione antropofago all'oggi nello stemma di famiglia. Anche il cane a sei zampe dell'Agip assomiglia assai al nostro animalaccio: sputa fuoco e proviene dalle viscere della terra metanifera.
I resti del dragoIn ben due chiese, notoriamente non locali allestiti per giocosi bighelloni, è stata a lungo conservata una costola dell'animale preistorico, indicata come appartenuta al drago Tarantasio. Nel Lodigiano era nella chiesa di San Cristoforo, mentre a Pizzighettone - nella chiesa di San Bassiano - un reperto è ancora penzolante nella sagrestia. Non erano certamente costole di credenti. Inoltre, tra Cassano d'Adda e Treviglio c'è una cascina chiamata Taranta.
La fame e la pauraIl drago è citato dai nostri storici locali ma nessuno dei massimi esponenti della materia, come il comasco
Plinio il Vecchio, ne lascia traccia. E sì che nella sua
Naturalis Historiae ne ha citate molte di creature favolistiche. Sappiamo che a quel tempo si pativa la fame, le paure ancestrali erano molto profonde ed erano di tipo temporale (i potenti), spirituali (i preti) e personali (ognuno aveva le proprie fobie).
Luoghi inaccessibiliEsistevano anche luoghi quasi inaccessibili, come selve, boschi e paludi dove si alzavano come una perenne colonna sonora urla e rumori spaventosi: piante che si schiantavano al suolo, animali che si sbranavano, eremiti che parlavano con non si sa chi, il tutto incorniciato da una singolare nebbia che dava i brividi, frammischiata ai miasmi che risalivano dal ribollente suolo.
Le ciòche cremascheMancanza di cibo, angoscie - del tipo 'Mille e non più Mille' - strane erbe come la Mandragora, infusi, decotti, la medicina che andava per la maggiore era il salasso e per scaldare e riempire la pansa e la testa c'era il vino: era la
cannabis di quel tempo. Infine oltre agli stregoni imbonitori c'erano i buontemponi e i beoni, famose sono le
ciòche cremasche.
Gatacòrgna dal MumbèlInsomma, i nostri antenati avevano di che sbizzarrirsi dopo una giornata di duro lavoro nelle stalle o nei campi. Un tempo il nostro territorio era zona di vigneti e di vino, lo è stato per mille anni, fino al 1800. Le ricordate le ridenti colline di Trescore Cremasco da cui si ricavava del buon vino? Pare ovvio, quindi, che il territorio si riempisse di strane creature, come la
Gatacòrgna dal Mumbèl, il famoso gatto con le corna, al
Lùf, il solito lupo cattivo e la
Cagnulìna, una tenera cagnetta, al
Tor de la Melòta, la
Merla bianca e
La Merla nera erano i Gormiti d'antan.
I nostri mostriErano i nostri mostri, mostri di campagna, ma sempre mostri erano. Certo se Omero fosse nato a Scannabue, chissà cosa avrebbe scritto, magari Monte Cremasco sarebbe stato il Monte Olimpo, la Gelida Manina sarebbe divenuta la Venere nata dalla spuma del Serio, il chinotto.
Mamma Volo avrebbe senz'altro potuto essere Mercurio o il dio Alato, Apollo.
I nostri animaliTorniamo ai nostri animali e a quanto l'archeologia ci ha consegnato di concreto sulla fauna di quei tempi remoti. Diamo risposta alle due costole di drago che pendevano dalle chiese sopra citate e altre stravaganze in riva al Serio. Sappiamo che frammenti di
Mammut primigenius sono stati ritrovati nelle zone di Crema, Castelleone, Pizzighettone e Cremona. Sempre in queste zone hanno ritrovato il cranio di un
Megalocervus gigante. Sappiamo della presenza del
Bisonte Priscus, dell'Orso Bruno, del Cervus Elephas, della scrofa Sùs, un cinghiale lanuto.
Drago TarantasioPochi anni fa, in zona Ombrianello, presso il campo da golf, fu rinvenuto un enorme scheletro, ad oggi non ancora definitivamente decifrato. Furono trovate fra il Serio, l'Adda e l'Oglio, negli anni Settanta undici piroghe datate tra il 400 ed il 750 dopo Cristo: si trovano al museo di Crema. Erano imbarcazioni per dare la caccia al drago Tarantasio? Sono piroghe monossili molto primitive ricavate da un unico albero.
Il mondo perdutoInsomma, tutto intorno al Gerundo si agitava un gran mondo, il mondo perduto. Se Spielberg fosse nato tra il Serio e Sergnano, avrebbe certamente girato il film, non sul T-Rex ma sui nostri della nostra infanzia, del resto il Cremasco ne è tutt'ora molto ricco.